La 43enne, per fugare qualsiasi dubbio, ha dichiarato categoricamente: "È quella del Parlamento Europeo, che, quando ha parlato della salute riproduttiva e dei diritti alla riproduzione, non è mai stato ambiguo. Ha sempre detto che voleva che questi diritti dovessero essere meglio protetti".
Chiaro, no? “Salute riproduttiva e diritti alla riproduzione” vanno difesi senza e senza ma, e tutti sappiamo che nel linguaggio legnoso di Bruxelles questi due termini sono sinonimi di “contraccezione” e “aborto”.
Del resto, la stessa Metsola ha anche affermato di aver recentemente presentato una risoluzione di condanna alla legge polacca contro l'aborto: "L'ho promossa e l'ho presentata. (...) Questo è esattamente ciò che farò con tutte le posizioni che sono state assunte in questo ambito in tutti gli Stati membri".
Ma non è tutto.
La donna più giovane mai eletta a capo dell'Parlamento europeo è descritta, in un rapporto dell'Open Society European Policy Institute del filantropo di sinistra George Soros, come avente "punti di vista molto progressisti".
E lo stesso rapporto, intitolato "Alleati affidabili al Parlamento europeo (2014–2019)", ha elencato la Metsola come un alleato "molto appassionata” di uguaglianza di genere e diritti LGBTI.
Insomma, per chi lotta in difesa dei temi etici si tratta di un vero disastro che si somma alle recenti parole del presidente francese.
Nella presentazione alla Plenaria del Parlamento europeo del semestre di presidenza francese dell’Ue, Macron ha infatti detto che la Carta dei diritti fondamentali in Europa «va aggiornata» e dovrebbero entrare anche «la tutela dell’ambiente e il riconoscimento dell’accesso all’aborto».
Parole gravissime.
Stefano Fontana, presidente dell’Osservatorio Van Thuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa, ha giustamente sottolineato:
“Gli errori hanno una loro logica e le pretese innaturali, quando non vengono più riconosciute come tali e addirittura diventano diritti, vengono difese ma anche promosse dallo Stato: viene punito non chi abortisce o fa abortire ma chi aiuta a non farlo, paragonata quest’ultima ad una forma di violenza.
Data questa logica interna all’errore, la costituzionalizzazione dell’ingiustizia è solo questione di tempo, soprattutto se la Costituzione ha tagliato i ponti con i suoi fondamenti di diritto naturale e divino."
Insomma, ci attende un periodo di radicalizzazione delle posizioni contro la vita nascente. Ma niente paura, anche la parte di chi si batte per difenderla è nel frattempo cresciuta e ha radicalizzato le sue convinzioni.
Sarà difficile difendere ancora soluzioni di compromesso: i primi a rigettarle sarebbero comunque gli abortisti oggi al potere in Europa.
Samuele Maniscalco
Responsabile Campagna Generazione Voglio Vivere