Tradotto: nel caso in cui il referendum fosse ammesso dalla Consulta e fosse approvato alle urne, si otterrebbe la possibilità di uccidere chiunque lo chieda.
Durante la raccolta firme Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, affermava: «Ci appelliamo alla cittadinanza per rafforzare sempre di più la nostra rete chiedendo di unirsi e partecipare direttamente e a comunicarci la disponibilità come volontari o autenticatori a questa grande battaglia di civiltà».
Ma quella che Cappato chiama «grande battaglia di civiltà» è esattamente l’opposto: è una barbarie!
Lo dimostra quanto accade nei Paesi in cui l’eutanasia è stata legalizzata. Nei Paesi Bassi, per esempio, dove nel 2020 il governo ha dato il via libera alla legge che consente ai medici di sopprimere i malati cosiddetti terminali di età compresa tra 1 e 12 anni.
Nel confinante Belgio la situazione non è meno agghiacciante: esiste una memoria giuridica depositata presso la Corte europea dei diritti dell’uomo secondo cui «la legge belga sull’eutanasia non protegge il diritto fondamentale alla vita». Ne è autore Tom Mortier, la cui madre, affetta da depressione cronica, è stata soppressa nel 2012 con iniezione letale, senza coinvolgimento di alcuno dei familiari, avvisati solo dopo il decesso.
Esistono studi che dimostrano come, nei Paesi in cui l’eutanasia è legale da diversi anni, si comincia a praticarla per chi la richiede e si finisce ad imporla anche a chi non l’ha richiesta.
Per evitare che una simile deriva arrivi anche in Italia, caro sostenitore, è dunque necessario mobilitarsi. Un domani l’eutanasia potrebbe essere imposta a chiunque sia malato.
Eppure, purtroppo, dobbiamo registrare una diffusa apatia delle forze che, invece, avrebbero il compito di fare opposizione.
Come spiega il dott. Alfredo Mantovano, magistrato e vicepresidente del “Centro Studi Rosario Livatino”, «la resistenza è prossima allo zero non ci si può limitare a dire “mamma quanto è brutto il suicidio”, ci sono delle alternative che vanno mostrate. Nel 2010 è stata approvata la legge cure palliative che da 11 anni non è attuata perché non finanziata adeguatamente».
Dobbiamo allora proseguire la nostra battaglia di vera civiltà: contro l’eutanasia e a favore delle cure palliative. Informare, manifestare, divulgare sono le nostre direttrici.
Caro sostenitore, il tuo contributo in questa battaglia è fondamentale.
Samuele Maniscalco
Responsabile Campagna Generazione Voglio Vivere