“Omotransfobia”: cosa accade nelle diocesi e nelle parrocchie italiane?

“Omotransfobia”: cosa accade nelle diocesi e nelle parrocchie italiane?

Che cosa sta accadendo in molte diocesi e parrocchie italiane?

Ci riferiamo all’iniziativa a cui molte di loro hanno aderito e addirittura promosso in occasione della “Giornata nazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia” che ricorre nella giornata di oggi.

Da Nord a Sud del Paese (ma anche all’estero) si terranno infatti all’interno delle chiese delle veglie di preghiera con gruppi di credenti omosessuali per ricordare le vittime dell’omofobia.

Si, hai capito bene: non è una mia invenzione, è tutto messo nero su bianco e naturalmente ha sconvolto in molti.

Puoi constatare con i tuoi occhi le diocesi e le parrocchie che hanno dato il loro sostegno all’iniziativa.

Ti domanderai: ma chi c’è dietro tutto questo?

Un ente denominato Progetto Gionata, fondato nel settembre del 2007 e che dal 2009 aderisce all’European Forum of lesbian, gay, bisexual & transgender christian groups (Forum europeo dei gruppi cristiani di Lesbiche, gay, bisessuali & transgender).

Il Progetto Gionata intende essere un «progetto di volontariato culturale volto a far conoscere il cammino che i cristiani LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) fanno ogni giorno nelle loro comunità e nelle varie Chiese».

Se ci si fermasse a questo scopo, di per sé non vi sarebbe nulla di male.

Ma in realtà qualcosa che non va lo si intuisce già dal fatto che venga utilizzato l’acronimo LGBT, che, ricordo, dà legittimazione a delle tendenze omosessuali definite dal Catechismo come “oggettivamente disordinate” (n. 2358).

Attenzione, non è questione di semplici definizioni, perché dietro di esse si manifestano delle volontà ben precise.

Volontà che scelgono deliberatamente di “issare” delle bandiere per identificarsi, rivendicando il diritto ad essere accettati così come sono.

Quando invece, sempre il Catechismo, osserva che

«le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana (n. 2359)».

Poco prima viene anche detto che l’omosessualità, per la maggior parte di loro, deve essere vissuta e interpretata come una “prova”.

Ma l’elemento che conferma quanto dico è presto dato. Ad esempio, se navighi sul loro portale internet troverai un articolo dal titolo: “San Paolo condanna l’omosessualità?”

Tutto ci saremmo aspettati, ma non che venissero a citare San Paolo come prova del fatto che l’Apostolo dica “cose equivoche” sull’omosessualità, per essere eufemistici.

Eppure, ecco cosa si legge sul loro sito:

«Molti biblisti hanno sfatato l’idea che la Bibbia condanni l’odierno concetto di relazione omosessuale amorevole e responsabile, usando argomenti molto probanti: i passi che secondo molti proibiscono l’omosessualità sono tradotti male e/o citati fuori dal loro contesto;

i pregiudizi contro l’omosessualità hanno causato una cattiva comprensione dei testi originali; alcuni dei passi attribuiti a Paolo si devono probabilmente a suoi aiutanti; le Scritture vanno interpretate alla luce della storia e della ragione».

Gli estratti appena presentati sono ripresi da un articolo scritto da Kittredge Cherry, una giornalista statunitense lesbica nonché “ministra” della Metropolitan Community Church.

Si tratta di una comunità cristiana protestante, la cui missione principale è quella di difendere e promuovere i diritti dei credenti omosessuali.

Comunque, ti rimandiamo alla lettura dell’articolo, ove fossi interessato. All’interno troverai anche tesi ignominiose sul grande Apostolo delle genti, patrocinate, ad esempio, da “vescovi episcopali” e via di questo passo…

In tutta onestà, ti chiediamo se per te tutto ciò è normale.

Per noi non è affatto normale e siamo sinceramente stupiti da quanto accade nelle nostre diocesi e parrocchie.

Ci domandiamo: ma si è a conoscenza delle finalità di queste organizzazioni che sponsorizzano questi eventi?

Se si risponde di “no”, crediamo che vi siano dei gravi problemi di “controllo”, in senso stretto, di ciò che passa sotto il naso.

Se si risponde di “sì”, la situazione si fa ancor più grave perché vuol dire che si sta agendo difformemente a ciò che vi è scritto nel Catechismo.

Ti ricordiamo che quest’ultimo presenta «con fedeltà ed in modo organico l’insegnamento della Sacra Scrittura, della Tradizione vivente nella Chiesa e del Magistero autentico» ed è da considerarsi «una norma sicura per l’insegnamento della fede» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Fidei Depositum, III-IV).

Ti salutiamo non nascondendoti però che siamo molto perplessi e delusi per quanto appreso.

Ci auguriamo si possa fare chiarezza al più presto. Ma, ad ogni modo, se tu sarai al nostro fianco e ci sosterrai, ti garantiamo che vigileremo assieme a te e situazioni simili non passeranno di certo sotto silenzio. Questo è poco ma sicuro.


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