Abbiamo un dovere urgente: richiamare il fratello che sbaglia!

Abbiamo un dovere urgente: richiamare il fratello che sbaglia!

Stiamo rileggendo questo passo, tratto dalla Prima Lettera ai Corinzi:

«Chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» (I Cor 11, 29).

È terribile, per noi, pensare che qualcuno ricerchi la propria condanna. Siamo sicuri che lo creda anche tu.

Ebbene, l’ex-presidente della Camera dei Rappresentanti statunitense, Nancy Pelosi, tristemente nota in quanto convinta abortista, fa proprio questo.

Lo ha dichiarato lei stessa in un’intervista al National Catholic Register, in cui si è vantata di continuare a ricevere la S. Comunione.

Questo, nonostante il divieto imposto dall’arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone.

Un divieto, come precisato in una lettera pubblica dall’alto prelato, dovuto al fatto che le azioni di Pelosi rappresentino uno «scandalo pubblico», in quanto contrarie alla Dottrina cattolica.

Il provvedimento di Sua Eccellenza, quindi, rappresenta un’opportunità, un invito ad una «conversione del cuore», ad allinearsi all’insegnamento della Chiesa sulla dignità della vita umana.

In tutta risposta, Pelosi ha dichiarato: «È un problema suo, non mio». Errore! Un grave errore! Ed, a confermarlo, è il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2272:

«La cooperazione formale ad un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana». Scomunica latæ sententiæ.

A mangiare la propria condanna è quindi proprio Nancy Pelosi, che commette sacrilegio, non certo l’arcivescovo Cordileone, che applica semplicemente la retta Dottrina.

Nella stessa intervista, Pelosi ha sostenuto che l’essenza della sua fede risiede in un suo rapporto personale con Cristo. Questo può dirlo forse un protestante, non certo un vero cattolico.

Probabilmente lei non si rende conto della gravità delle sue azioni, tanto nel sostegno fattivo dato all’aborto quanto nell’accostarsi alla S.Comunione, benché in stato di grave peccato.

E, quel che è peggio, è che probabilmente molti altri cattolici sono d’accordo con lei e condividono il suo atteggiamento.

Per questo riteniamo urgente spiegare a quanta più gente possibile quale grave errore commettano.

Rappresenta, questa, un’importante azione di apostolato, cui noi oggi siamo chiamati, per evitare che altri cadano nella stessa colpa.

Facebook è il mezzo migliore per riuscirvi. Consente di raggiungere in fretta ed in modo efficace in Italia 28 milioni di iscritti.

Ma farlo ha un costo, circa 560.000 €. Troppi per noi. E forse anche per te. Se uniamo le forze, però, possiamo farcela!

Sappiamo di potertene parlare, perché sappiamo che condividiamo gli stessi Valori, gli stessi Ideali. Tante volte ce lo hai dimostrato, facendoti trovare al nostro fianco in tante comuni battaglie.

Anche adesso ci viene chiesto per affermare la verità insegnata dalla Chiesa circa la vita umana.

Sai, il timore che quello commesso da Pelosi sia un errore diffuso ci è giunto, guardando i dati di un recente sondaggio condotto negli Stati Uniti dal Pew Research Center.

16.000 i laici cattolici intervistati. Un campione estremamente ampio e variegato per età, sesso e diocesi di appartenenza.

Ebbene, ne è uscito che il 70% di loro non crede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.

Non illudiamoci che si tratti di un problema d’Oltreoceano. Secondo i dati Istat dello scorso anno, gli Italiani che vanno a Messa tutte le settimane sono solo il 19% della popolazione.

È chiaro che, se credessero davvero nella transustanziazione, tale percentuale sarebbe necessariamente molto più alta.

Per questo riteniamo urgente suonare un campanello d’allarme e risvegliare la gente dal sonno dell’anima.

Non credere nella presenza reale di Cristo nell’Eucarestia spinge a commettere le azioni più orribili.

Ad esempio, come nel caso di Nancy Pelosi, a sostenere l’aborto ed a sentirsi comunque la coscienza a posto.

A fronte delle dichiarazioni superbe ed altezzose da lei rilasciate alla stampa, l’arcivescovo Cordileone ha commentato:

«La mia prima preoccupazione e responsabilità è la salvezza delle anime», considerando suo dovere, quando necessario, «correggere, ammonire e chiamare alla conversione».

Lui, dunque, ha fatto il suo dovere. E noi facciamo il nostro?

Scrive il profeta Ezechiele: «Se tu avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito, e tu ti sarai salvato» (Ez 3, 21).

Il nostro dovere consiste allora nel richiamare tante anime alla retta Dottrina cattolica ovvero a credere con tutto il cuore e con tutta l’anima alla presenza reale di Cristo nell’Eucarestia.

Per questo è urgente ed importare lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione in merito e per questo ti chiediamo, anche questa volta, di sostenerci.

Se non lo facciamo noi, non lo farà nessun altro. La loro anima sarà persa e, con essa, anche la nostra, come ci ha ammonito il profeta Ezechiele.

Solo col tuo aiuto potremo riuscire in questa preziosissima opera di apostolato.


Attribuzione Immagine: @ Wikimedia Commons
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