Ai Pride non si danno “patrocini” di alcun genere

Ai Pride non si danno “patrocini” di alcun genere

In questi giorni abbiamo assistito alle polemiche del tutto strumentali che si sono addossate sulle amministrazioni della Regione Lazio e di Regione Lombardia.

La causa è stata la revoca del patrocinio da parte del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, alla manifestazione di orgoglio omosessuale Roma Pride 2023.

A poche ore di distanza, anche il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato con 43 voti contrari e 23 favorevoli la mozione con la quale si decideva se inviare un consigliere regionale a partecipare al Milano Pride 2023, quale rappresentante istituzionale.

Ti ricordiamo che il presidente Rocca ha motivato con chiarezza la scelta di revocare il patrocinio al Roma Pride, attraverso un comunicato della Regione Lazio, di cui ti riporto un inciso:

“il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall’ordinamento italiano.

La firma istituzionale della Regione Lazio non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”.

Il riferimento va a quanto scritto sul comunicato ufficiale della manifestazione, dove si legge:

“Vogliamo una legge che introduca e disciplini anche in Italia una gestazione per altri (GPA) etica e solidale, che si basi sul pieno rispetto di tutte le persone coinvolte, sulla scorta delle più avanzate esperienze internazionali e in un’ottica di piena e autentica autodeterminazione”.

Condividiamo la scelta di revocare il patrocinio alla manifestazione da parte presidente Rocca – così come siamo soddisfatti del voto dei consiglieri regionali in Lombardia – ma allo stesso tempo non condividiamo la disponibilità a priori di dare il patrocinio qualora si fosse espunto il riferimento alla barbara pratica dell’utero in affitto.

Nel comunicato-manifesto del Roma Pride, infatti, vi sono scritte cose di un certo peso che non ci trovano d’accordo nel modo più assoluto, e che tra l’altro si scagliano veementemente contro il Governo in carica.

“Guardiamo con rabbia e apprensione ai terribili passi indietro compiuti negli Stati Uniti in fatto di diritto all’aborto e a causa delle ormai centinaia di leggi statali contro le persone trans e la libertà di espressione delle drag queen. Con la nostra resistenza intendiamo scongiurare che tutto questo possa avvenire nel nostro Paese”.

Passaggi come questo appena citato, ad esempio, costituiscono critiche forti di natura politica, con le quali si intende proporre – viceversa – un tipo di società radicalmente diversa da quella per cui si battono i conservatori, alla cui famiglia politica Fratelli d’Italia dice di appartenere.

Detto questo, dunque, come può un presidente di regione eletto con l’apporto determinante di Fratelli d’Italia – partito di maggioranza nel Paese – concedere tranquillamente il patrocinio al Roma Pride 2023?

Ti ricordiamo, infatti, che il patrocinio all’evento inizialmente era stato concesso, e il presidente Rocca si è detto disposto a concederlo nuovamente se solo si fosse eliminato dalle rivendicazioni il passaggio relativo alla barbara pratica dell’utero in affitto.

Vedi, atteggiamenti ambigui come questi ci lasciano a dir poco perplessi, perché se da una parte si è dimostrato di avere coraggio, dall’altra – al contrario – si è dimostrata subalternità culturale e politica alla lobby LGBT.

Nei Pride infatti non viene rivendicata soltanto la pratica folle dell’utero in affitto, ma vengono rivendicati anche il matrimonio egualitario, le adozioni per le coppie omosessuali, l’educazione sessuale secondo i dettami dell’ideologia gender, una legge specifica sui crimini d’odio nei confronti di persone omosessuali e trans, ecc.

Ora, in base al comportamento assunto dal presidente della Regione Lazio, si dovrebbe dedurre, quindi, che tutto ciò – invece – è accettabile.

Ma è evidente che le cose non stanno così.

Da quel che ti abbiamo detto, comprenderai facilmente l’importanza di quel che noi facciamo quotidianamente.

Proprio così, perché c’è un popolo – a tutti i livelli – che va informato ed educato su queste tematiche, altrimenti si rischia di cadere in delle trappole mortali.

E, soprattutto, si fanno delle brutte figure che rischiano di far percepire a chi osserva o legge le notizie da fuori, che non si stia capendo nulla di ciò che vi è in ballo.

Per questo ed altre mille ragioni siamo qui a chiederti di sostenere moralmente ed economicamente il nostro sforzo quotidiano di sensibilizzazione, con una cifra a tuo piacere.

Ricorda che dobbiamo riconquistare passo dopo passo tutti gli spazi che ci hanno sottratto lungo questi anni.

Ce la possiamo fare, se marciamo compatti.

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