ALLARME: immersi in un oceano di droga

ALLARME: immersi in un oceano di droga

«Non abbiamo mai avuto così tanta droga contrabbandata o prodotta in Europa».


Nel video sopra puoi vedere con i tuoi occhi la situazione presente a Kensington Avenue, a Philadelphia, famosa in tutto il mondo per la forte diffusione della cosiddetta “droga zombie”. Queste scene potrebbero ben presto vedersi anche nelle periferie delle nostre città.


Con queste parole assai eloquenti, Alexis Goosdel, direttore dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt), ha sinistramente descritto la situazione che si trova a vivere l’Europa.

In testa al consumo di sostanze stupefacenti c’è la Marijuana, la cui diffusione è causata anche dalle differenti legislazioni presenti nei Paesi dell’Ue.

Basti pensare che nel solo 2021 ne sono state confiscate più di 1000 tonnellate, la cifra più alta registrata nell’ultimo decennio.

In seconda posizione troviamo l’onnipresente cocaina, di cui sono state confiscate nel medesimo anno la cifra record di 303 tonnellate.

Non si può nemmeno lontanamente immaginare l’entità del giro d’affari gestito dalla criminalità organizzata, leader assoluta del settore.

Il direttore dell’Osservatorio usa un paragone molto crudo, ma che ci fa subito capire la gravità della situazione.

«Quando parliamo di violenza legata alla droga – osserva – la situazione che vediamo fino a dieci anni fa riguardava il Centro America… oggi riguarda l'Europa».

Per approfondire la situazione presente nel nostro Paese, basti dire che in Italia sono diffuse un po' tutte le sostanze stupefacenti, ma che a primeggiare sono la Marijuana e l’Hashish.

I tossicodipendenti italiani in cura presso comunità di recupero sono circa 150.000, ma si stima che in totale siano almeno 200.000.

Per quanto riguarda il giro d’affari della criminalità organizzata in Italia, gli stupefacenti fruttano alla ‘Ndrangheta circa 44 miliardi di euro, pari quasi al 3% del Prodotto interno lordo italiano, ha rivelato anni fa il magistrato Nicola Gratteri nel suo libro: Fiumi d’oro. Come la 'ndrangheta investe i soldi della cocaina nell'economia legale.

Se però credi che tutti questi numeri e informazioni abbiano poco o nessuna attinenza con la tua vita quotidiana o con quella dei tuoi figli o nipoti, beh ti sbagli di grosso.

«Le ricerche ci dicono che il 98% di chi viene preso in carico dal Servizio per le Tossicodipendenze (Sert) ha iniziato con una “canna”».

A pronunciare queste parole è Giovanni Serpelloni, medico specializzato in neuroscienze e Direttore scientifico dell’Istituto Clinical Center e Tms Team a Verona, con un’esperienza nazionale e internazionale sull’uso di sostanze stupefacenti.

«Se dalle istituzioni e dai mezzi di comunicazione passa il messaggio di “tolleranza all’uso delle droghe” soprattutto nei ragazzi la percezione del rischio diminuisce e i consumi salgono», osserva ancora il prof. Serpelloni.

Egli ci tiene inoltre a ricordare che ciò che afferma è «dimostrato da ricerche trentennali, ed è quello che sta accadendo nei Paesi che hanno adottato la liberalizzazione come gli Stati Uniti».

Sai cosa significa tutto ciò?

Che la droga la abbiamo praticamente in casa, dietro l’angolo, in ufficio, nella scuola dei tuoi figli o nipoti, come mai era accaduto prima d’ora.

E se il 98% dei nostri ragazzi ha iniziato con una “canna”, prima di passare a ben altro, puoi ben capire che messaggio folle e suicida sarebbe quello di legalizzare le cosiddette “droghe leggere”, come vorrebbero i radicali e la sinistra.

Costoro, in nome della libertà – ma sarebbe più appropriato definirla “licenza” – vorrebbero far venire su una gioventù debosciata e debole, fiaccata da ogni lato, priva di carattere.

E pretenderebbero di spacciare tutto come strumento di lotta alle mafie, con la falsa motivazione che rendendo legale queste sostanze si toglierebbe terreno fertile alla criminalità organizzata…

Certo, come no… uccidendo però migliaia di ragazzi e ragazze, ossia il futuro del Paese!

Cadendo, infine, nella reprimenda del compianto giudice Paolo Borsellino, che rispondeva così a chi gli poneva un interrogativo simile.


Paolo Borsellino: “Legalizzare la droga non combatte la criminalità”


Vedi, è assolutamente urgente dare una risposta attivandoci immediatamente.

Se ci darai una mano, noi ci mobiliteremo fin da subito per ideare una serie di iniziative al fine di sensibilizzare le persone e l’opinione pubblica su questo tema, che quest’anno in particolare – come hai potuto vedere – ha assunto proporzioni spaventose.

Sostienici moralmente ed economicamente
e sii al nostro fianco in questa importantissima battaglia.

Noi, scene spaventose come quelle viste ad inizio articolo, non vogliamo più vederle. Non vorremmo mai vivere in un futuro così oscuro e minaccioso!

Se saremo uniti e ci crediamo, con l’aiuto di Dio noi fermeremo questo incubo.


Dona