Ancora una minaccia dall’Ue!
Ancora una volta l’Unione europea rimprovera l’Italia!
Secondo il Rapporto sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi, pubblicato dalla Commissione per i Diritti umani presieduta da Dunja Mijatovic, “l’Italia è tra i Paesi membri del Consiglio d’Europa in cui le leggi e le politiche sull’aborto continuano a non rispettare gli standard internazionali sui diritti umani e della salute pubblica”, come riporta l’Ansa.
L’accusa che viene formulata all’Italia è quella di avere leggi che “criminalizzano le donne” che si sottopongono all’interruzione della gravidanza, al di fuori delle regole previste dalla legge (p. 18).
Ma pensa tu che stranezza...!
Ti ricordiamo che in Italia la legge n. 194/1978 prevede per la donna consenziente all’aborto, in violazione delle regole disposte dalla legge, pene notevolmente minori rispetto a coloro che lo provocano dall’esterno (si arriva a massimo sei mesi!).
Quindi, di cosa stiamo parlando?
Ma le accuse non sono terminate, perché sempre secondo il Rapporto della Commissione per i Diritti umani, in molti Paesi, tra cui il nostro, si impongono “mandatory waiting periods”, periodi di attesa obbligatori (p. 19).
Ti rendi conto a che punto siamo arrivati?
Non trovi anche tu terribilmente paradossale che una Commissione che si richiami ai Diritti umani ritenga, al contrario, che una vita nascente sia soltanto un piccolo dettaglio, una pratica da cestinare al più presto?
Eppure… tutto ciò corrisponde alla triste realtà, anche perché qualche riga dopo viene rimproverato al nostro Paese di “interferire” con la decisione assunta dalla donna di abortire, attraverso la messa a disposizione di servizi e informazioni rispetto a ciò che la scelta di abortire implica.
Come se la scelta di abortire non avesse poi effetti psicologici devastanti anche per la donna. Ma è inutile… quando l’ideologia predomina, la ragione si ritira.
Infine, nel Rapporto si legge che molti Stati membri, assieme all’Italia, “non hanno ancora istituito meccanismi adeguati per garantire che il rifiuto dell’aborto per motivi di coscienza o di religione da parte degli operatori sanitari, non ostacoli l’accesso tempestivo alle cure” (p. 20).
Che, in pratica, potrebbe essere declinata con una richiesta del genere: iniziate ad indire nuovi concorsi per assumere solamente ginecologi non obiettori (mossa già attuata da ex presidenti di Regione come Nicola Zingaretti).
Onestamente non ne possiamo davvero più di queste raccomandazioni delle istituzioni dell’Unione europea.
Sono tutt’altro che delle raccomandazioni a tutela della salute pubblica, piuttosto risultano essere gravemente lesive della dignità umana: e meno male che provengono dalla Commissione per i Diritti umani!
Ma non si vergognano nemmeno un po’!
E ai Paesi che non si adeguano, cosa fanno? Li fanno fallire? Oppure, per utilizzare un altro terribile termine che a loro piace tanto, gli “staccano la spina”?
Tutte queste cose tienile bene a mente quando ti recherai alle urne alle prossime elezioni europee di giugno.
Dobbiamo spazzarli via una volta per tutte!
Da qui ai prossimi mesi non daremo tregua nemmeno ai partiti politici di casa nostra, se non vedremo rassicurazioni chiare, messe nero su bianco, su cosa intendono fare rispetto a vita, famiglia e libertà educativa.
Anche per questo motivo abbiamo assolutamente necessità del tuo aiuto, per poter pianificare efficacemente misure e iniziative da intraprendere.
Dacci una mano e lotta insieme a noi!