Arisa e l’intolleranza LGBT

Arisa e l’intolleranza LGBT

In queste ore è in atto una polemica che vede protagonisti personaggi noti del mondo dello spettacolo.

Tutto è iniziato da alcune dichiarazioni rese alla trasmissione “La Confessione”, da parte della cantante Arisa, che – ricordiamo – è stata più volte “madrina” di varie edizioni del “Gay Pride”.

«Meloni mi piace perché ha molta cazzimma – ha detto la cantante genovese all’intervistatore, Peter Gomez – questa cosa andrà contro di me: una volta ho fatto un discorso dicendo che la signora Meloni mi piacesse e tutti i miei amici mi avevano sconsigliato di farlo, affermando che sarei stata additata come fascista».

E, infatti, puntualmente così si è verificato, tant’è che le è stato revocato l’invito a presenziare l’edizione del Gay Pride di Milano di quest’anno.

A quel punto la cantante genovese ha scritto un post sui suoi canali social, indirizzato agli organizzatori del Pride e – in generale – al mondo LGBT, in cui tra l’altro si legge: «La diversità è ricchezza. Me l’avevate insegnato voi. Non condannate la gente perché non la pensa esattamente come voi…»

A cui hanno fatto seguito risposte polemiche – come quella di Vladimir Luxuria – o di sostegno, provenienti anche dal mondo politico – come quella della vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Augusta Montaruli.

La morale che se ne trae, però, è quella che ahinoi ben conosciamo. E cioè che democrazia, libertà e uguaglianza restano belle parole da difendere solamente quando sono applicate unilateralmente, soltanto quando sono a senso unico.

Allorquando, invece, ci si trova di fronte a persone che ragionano con la propria testa – pur provenendo da ambienti contigui a quelli dell’universo LGBT – ecco allora che scatta la mannaia censoria.

Noi non siamo affatto sconvolto e nemmeno tu, immaginiamo; però sicuramente questa storia ci ha fatto comprendere – ancora una volta – l’ipocrisia e l’intolleranza di certi mondi, che amano “le diversità” solamente “a chiacchiere”.

Dacci una mano a far comprendere alle persone e all’opinione pubblica, che queste che hai letto non sono semplicemente idee nostre, ma che è ciò che accade puntualmente ogni qualvolta una persona dice a costoro “io non sono d’accordo su questo…”.

Queste persone non possono insegnarci nulla, men che meno possono darci lezioni di democrazia: questa è la verità.

Aiutaci a crescere e a costruire un’organizzazione forte che risponda colpo su colpo alle bugie e alle calunnie che ci rivolgono.


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