Caso Jankto: omosessualità e industria mediatica
Siamo sicuri che in futuro si affaticheranno in molti per comprendere esattamente cosa è accaduto nella società occidentale nei secoli a cavallo fra il XX e il XXI.
Ti diciamo questo perché capire sino in fondo quella che è diventata una vera e propria psicosi collettiva, è cosa davvero ardua.
La storia che ti presentiamo, a questo riguardo, è un caso da manuale.
La notizia di qualche ora fa è che il calciatore ceco ventisettenne dello Sparta Praga, Jacob Jankto, ha dichiarato pubblicamente la propria omosessualità in un video postato sul suo profilo Instagram.
In una società ordinaria, tale notizia non avrebbe attirato alcuna attenzione, né si sarebbe avvertito il bisogno di spendere del tempo per fare un video pubblico, come ha fatto invece il calciatore.
Ma la cosa ancora più esilarante (si fa per dire!) è ciò che sta accadendo in queste ore.
Nel video in questione Jankto lancia un breve messaggio, che puoi leggere qui sotto:
«Ciao, sono Jakub Jankto. Come tutti gli altri, ho i miei punti di forza, i miei punti deboli, una famiglia, i miei amici, un lavoro che svolgo al meglio da anni, con serietà, professionalità e passione.
Come tutti gli altri, voglio anche vivere la mia vita in libertà. Senza paure. Senza pregiudizio. Senza violenza. Ma con amore. Sono gay e non voglio più nascondermi».
Ha impiegato più tempo il calciatore a registrare il messaggio, che i principali enti sportivi e calcistici a riprendere la notizia e a inviare messaggi di sostegno e di solidarietà, in toni persino melodrammatici, da sfiorare il ridicolo.
Chiara testimonianza di quanto sia difficile per un calciatore fare coming out nella vita pubblica.
Prova eloquente del clima fortemente persecutorio che vige in Occidente riguardo a queste tematiche.
Ma per ritornare seri, di seguito ti riportiamo i principali messaggi di sostegno alle dichiarazioni rese dallo sportivo.
Ti preghaimo di far caso alle fonti.
«Siamo tutti con te, Jakub. Il calcio è per tutti» (Fifa)
«Hai fatto bene, Jakub. Tu sei un'autentica fonte di ispirazione, e il calcio europeo è con te» (Uefa)
«Orgogliosi di te, Jakub» (Barcellona F.C).
«Non vivere mai con la paura di ciò che sei. Siamo con te, Jankto» (A.C. Milan)
«Grazie Jakub per il tuo coraggio: essere in grado di amare apertamente chi vuoi dovrebbe essere ovvio» (Federcalcio svedese).
«Siamo con te, Jakub. Il calcio è per tutti» (Premier League)
Ora, onestamente, il fatto che tali messaggi siano apparsi pochissimo tempo dopo il video lanciato dal giocatore dello Sparta Praga, fa pensare che in questa faccenda di spontaneo vi sia ben poco.
Ma il punto principale è un altro.
Non occorre infatti molto ingegno a porsi l’interrogativo fondamentale, stante il riconoscimento pubblico che ha ricevuto il giocatore ceco.
Quale sarebbe? Te lo spieghiamo subito rovesciando la domanda:
Nel clima culturale in cui siamo immersi, per quale motivo Jankto sarebbe dovuto restare in silenzio davanti ad un’esposizione pubblica che avrebbe sicuramente attirato pubbliche attestazioni di stima da parte dai massimi vertici calcistici (e dunque sportivi, giacché il calcio è lo sport più seguito al mondo)?
Suvvia, tutto si può dire delle dichiarazioni che hai letto, fuorché che cadano inaspettate. Siamo seri.
Ne avrebbe forse guadagnato in popolarità, sarebbe divenuto forse una «fonte d’ispirazione», come la Uefa ha dichiarato?
Non mettiamo in dubbio che Jankto sia un buon giocatore, intendo solo dire che non è Neymar, Messi o Cristiano Ronaldo, e che se non fosse stato anche e soprattutto per questa “trovata”, del suo ricordo sarebbe rimasto ben poco, per essere schietti e sinceri.
Questa storia palesa al massimo grado ciò che noi andiamo ripetendo da anni.
E cioè che vi è in atto una martellante promozione dell’omosessualità e del transgenderismo che sembra non conoscere confini né limiti.
Ricorrere alla giustificazione continua e pressante di essere discriminati è un evidente pretesto, che suscita persino ilarità se solo si ha contezza del contesto in cui si è immersi quotidianamente.
Attenzione: con questo non intendiamo avallare il comportamento di quegli idioti che effettivamente hanno commesso o commettono atti discriminatori. Costoro vanno condannati senza mezzi termini.
Ciò a cui ci riferiamo, e che denunciamo fortemente, è il tentativo di far apparire tali inclinazioni come intrinsecamente “ordinate”, a tal punto da promuoverle e tacciare chi non è d’accordo su questo punto, di omofobia.
Se lo mettano bene in testa: noi non ci stancheremo mai di ripetere che tali inclinazioni sono oggettivamente disordinate, in ossequio al diritto naturale e divino (nonché al Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2357).
Tuttavia, per noi, ciò che sta accadendo e ciò che accade ogni giorno in maniera sempre più pervasiva, può e deve essere fonte di riflessione.
Deve convincerci, ove non lo fossimo già, che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta.
Infatti benché non sembri, siamo in moltissimi a pensarla così. È solo che, come si sa, a far notizia son sempre quelli che fanno più caciara.
Per questo ti chiediamo di aiutarci a diffondere queste verità e a sostenerci moralmente e materialmente per contrastare le derive a cui siamo esposti.