
Caso SNCF: l’Europa "deraglia" verso il delirio gender!
L’ideologia gender avanza senza freni, mascherata da cavilli burocratici e sentenze discutibili.
L’ultima assurdità arriva dalla Francia: la SNCF, storica compagnia ferroviaria, finisce nel mirino dell’associazione LGBT Mousse per la “colpa” di chiedere ai suoi utenti se siano “signore” o “signora” al momento dell’acquisto di un biglietto.
Un gesto di pura normalità trasformato in un presunto affronto al dogma dell’identità fluida.
Non è bastato il rigetto da parte del garante della privacy francese: la battaglia si è spinta fino alla Corte di Giustizia Europea, che incredibilmente ha dato ragione all’associazione.
Il pretesto? La protezione dei dati personali. Ma il vero obiettivo è chiaro: smantellare ogni riferimento alla realtà biologica e imporre una visione distorta dell’identità.
Questo non è un caso isolato, ma l’ennesimo tassello di una strategia che mira a riscrivere le basi stesse della società. Chiunque osi difendere la verità naturale dell’essere umano viene bollato come retrogrado, discriminatorio, nemico del progresso.
E mentre il mondo inizia a liberarsi dall’incubo woke, l’Europa si lascia ancora trascinare in un vortice di follia ideologica, incapace di opporsi a questa deriva.
Questa sentenza non è un semplice tecnicismo legale: è un segnale di resa davanti alla dittatura del relativismo, un altro passo verso l’imposizione forzata di un pensiero unico che cancella il buon senso, la scienza e perfino la libertà di espressione.
Ci vogliono far credere che il futuro sia senza radici, senza identità, senza verità!
Ma fino a quando si potrà tollerare tutto questo? Quando l’Europa si sveglierà dall’incubo e tornerà a difendere la realtà contro la menzogna?