Combattiamo la disperazione!

Combattiamo la disperazione!

Giustizia sociale e natalità sono due temi strettamente connessi.

Eppure, quante volte te le hanno presentate in antitesi? La prima è di “sinistra”, la seconda invece è di “destra” si sente spesso dire, abituati come siamo a classificare e a incasellare ogni cosa.

Si tratta di una sciocchezza bella e buona, frutto soprattutto di un odio contro la famiglia e contro i sacrifici che essa richiede.

“… forse certe famiglie preferiscono avere un gatto, un cagnolino, e non un figlio. Questo non va”, ha affermato il Papa mercoledì, nel suo primo discorso tenuto a Giacarta, in Indonesia, davanti alle autorità e al corpo diplomatico.

“Una parte considerevole dell’umanità viene lasciata ai margini, senza i mezzi per un’esistenza dignitosa e senza difesa per far fronte a gravi e crescenti squilibri sociali, che innescano acuti conflitti.

E come si risolve questo? Con una legge di morte, cioè limitare le nascite, limitare la ricchezza più grande che ha un Paese, che sono le nascite. Il vostro Paese, invece, ha famiglie di tre, quattro, cinque figli che vanno avanti. E questo si vede nel livello d’età del Paese. Continuate così. È un esempio per tutti i Paesi”.

Ed è un esempio specialmente per l’Europa, che si è ammalata nel corso del XX secolo di una malattia terribile che si chiama “disperazione”.

Una disperazione giustificata ideologicamente, in nome del rispetto dei diritti della persona, in particolare della donna. Come se mettere al mondo dei figli fosse una sciagura da evitare ad ogni costo.

La disgrazia vera, invece, è l’attecchire di un virus antinatalista che ha contaminato mentalità e costume, cultura e istituzioni. A tal proposito, la mancanza di lungimiranza da parte dei Governi fa spavento.

Ad ogni modo, noi abbiamo l’obbligo di non farci contagiare da questa disperazione che sembra pervadere ogni angolo dei nostri paesi e delle nostre città.

Ricorda che è la disperazione la causa di ogni male. Sempre il Pontefice ieri, durante l’omelia della Santa Messa, ha detto che “la mediocrità piace al diavolo! Perché entra in noi e ci rovina”.

Nel passo del Vangelo di ieri, invece, san Pietro “scommette” sulla parola di Gesù, che gli suggerisce di prendere il largo con la propria barca e provare nuovamente a pescare, dopo la notte trascorsa inutilmente con le reti vuote.

Metafora di ciò che deve esser il nostro agire quotidiano, specialmente del nostro agire che deve essere un faro di luce, di speranza e che ha il compito giorno dopo giorno di proporre ideali freschi, belli, entusiasmanti.

È un mondo deviato e da combattere quello che apostrofa gli idealisti come dei vuoti sognatori. Se un uomo e una donna non sono idealisti, come possono pensare di costruire una famiglia e mettere al mondo dei figli?

Il problema, semmai, è quella di avere le giuste idee, ma non quello di non averle o di rifugiarsi nel tran tran quotidiano privi di qualsiasi aspettativa a lungo termine, magari anestetizzati dai vari dispositivi e social che ci tengono incollati alla nostra inerzia.

Ti preghiamo, aiutaci a combattere questa mentalità devastante! Osservare come conducono l’esistenza certi giovani è davvero tremendo.

Se negli anni ’60 e ’70 la gioventù lottava per idee sbagliate, adesso è preda di un edonismo distruttivo, che impedisce loro di farsi domande e porsi obiettivi.

Insomma, siamo alla paralisi completa!

Noi non possiamo permettere che tutto ciò continui ad accadere.

Combatti insieme a noi, diffondi e condividi le nostre mail e, soprattutto, alzati le maniche e dacci una mano.

Noi siamo chiamati ad essere araldi di Speranza, portatori di ideali in un mondo di morti viventi, che dobbiamo richiamare alla vita e proporre loro sogni che profumano di futuro.

Combattiamo insieme!


Dona