Combattiamo per la libertà di pregare per la vita!

Combattiamo per la libertà di pregare per la vita!

Tu credi che in Europa vi sia libertà?

Ci sembra giusto chiedertelo. Perché tante volte condanniamo – e giustamente – i regimi comunisti come la Cina, Cuba o la Corea del Nord, in quanto si tratta di dittature oppressive.

Ma non illuderti per questo che il nostro Continente sia esente da tentazioni totalitarie. Potremmo parlarne a lungo, ma ti citiamo solo questo esempio: in Scozia sono stati introdotti i “reati di pensiero”.

Hai capito bene: se abiti in una delle cosiddette zone di “accesso sicuro”, cioè entro 200 metri da cliniche abortiste, anche la preghiera privata pro-vita, fatta in casa propria, è un crimine penale.

Ed i vicini, qualora se ne accorgessero, sono tenuti a denunciarti. È stato il governo, lo scorso ottobre, a distribuire in tutte le abitazioni delle lettere con queste nuove “regole”.

Ti pare una cosa umana? Ti sembra logico che noi non possiamo pregare per quel che ci pare? Tanto più se nelle nostre mura domestiche?

Nel Regno Unito, più in generale, le cose non vanno poi tanto meglio: anche qui non puoi startene fermo a pregare, in silenzio ed a bocca chiusa, nei pressi di un ospedale abortista.

Come è capitato a Adam Smith-Connor, un veterano britannico arrestato e condannato per aver pregato in silenzio, in memoria di suo figlio abortito, vicino ad una clinica.

Che ne pensi? Questi sono germi pericolosi di una dittatura che fa paura: quella del “pensiero unico”, dove lo Stato pretende di decidere che cosa io possa fare o non fare con la mia coscienza!

Il vicepresidente degli Stati Uniti, James David Vance, lo aveva detto chiaramente lo scorso 12 febbraio durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco.

Si disse che era esagerato. Invece aveva proprio ragione. A confermarlo, sia pure nel tentativo di criticarlo, è stata Gillian Mackay, membro “verde” del Parlamento scozzese.

Fu proprio lei a proporre l’anno scorso il Remove term: Abortion Service (Safe Access Zones) Scotland Act. Ed è stata lei ad ammettere, nel corso di un’intervista alla Bbc, ciò che è evidente.

Ovvero che, qualora noi fossimo a casa nostra davanti ad una finestra con le mani giunte, saremmo perseguibili, se abitiamo a 200 metri da una clinica abortista.

È assurdo, lo sappiamo. Ma è questo che prevede la legge da lei voluta e votata a schiacciante maggioranza. Cosa si può pretendere da chi, come lei, considera l’aborto un “diritto umano”?

Per questo ti diciamo: non possiamo stare in silenzio! Dobbiamo opporci con tutte le nostre forze a provvedimenti di questo tipo, che vanno contro il buon senso e contro le coscienze! 

Per questo intendiamo lanciare tramite i social una vasta campagna di sensibilizzazione, affinché la gente sappia e si unisca a noi contro simili ingiustizie.

Ma farlo ha un costo, di cui da soli non riusciamo a farcene carico. Per questo ti chiediamo di aiutarci con un tuo contributo. Farlo è semplice, basta un click!

E ti diremo di più: sai a cosa conducono norme come questa? Non solo ad una dittatura del “pensiero unico”. Ma ad una nuova persecuzione contro i cristiani!

Siamo principalmente noi, infatti, ed i tanti amici, che con noi credono nella Vita come dono di Dio, a pregare perché questa venga tutelata.

Una legge, che impedisce di pregare, oltre ad essere disumana, è quindi anche una legge fatta contro la nostra fede, contro di noi.

Come possiamo accettare tutto questo, senza reagire? Se pregare in casa nostra è un reato penale, cosa ci attende? Le catacombe, di nuovo?

È intollerabile. Far finta di niente significherebbe renderci complici di questa ignobile guerra contro le coscienze e contro la nostra religione!

Coraggio, unisciti alla nostra battaglia!

 

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