“Con la vita non si gioca, né all’inizio né alla fine”
“Con la vita non si gioca, né all’inizio né alla fine”.
Lo ha affermato ieri, durante il viaggio di ritorno da Marsiglia, papa Francesco, rispondendo ad una domanda di un giornalista francese che gli chiedeva se in occasione dell’incontro con Macron avessero parlato di eutanasia e suicidio assistito.
Dietro l’illusione della “dolce morte”, sostiene il Papa, c’è il rischio di credere concretamente ad una “politica del non dolore”, tanto da poter parlare quasi di una “eutanasia umanistica”.
Immagina cosa potrebbe accadere se si facesse sempre più spazio a una soluzione simile, in presenza di mali - anche passeggeri -, intensi stati depressivi e quant’altro.
In fin dei conti, almeno in apparenza, anche in questi casi si decide della propria vita in autonomia, rispettando così un cardine fondamentale del pensiero liberale.
In tal modo si realizzerebbe una “politica del non dolore”, come é stata definita dal Papa.
Ma la morte può mai essere la soluzione ad una “politica” sana e realmente umana?
O più probabilmente viene spacciata come tale da una delle molte forme di colonizzazione ideologica in auge in Occidente?
È normale secondo te che in un Paese civile possano accadere cose simili a ciò che è accaduto in Belgio un anno fa e di cui è stata data notizia pochi giorni fa?
Un medico ha infatti ammesso di aver utilizzato modalità poco ortodosse, insieme a due infermiere, per porre fine alla vita di una donna trentaseienne affetta da un grave male, che ha fatto richiesta di eutanasia.
Cosa è accaduto concretamente?
Che il 29 marzo dello scorso anno, le sostanze iniettatele dal medico per porre fine alla sua vita, non hanno avuto l’esito sperato, così il medico ha deciso di premerle il cuscino sulla bocca per farla morire d’asfissia.
Adesso il medico rischia la condanna per omicidio, però difficilmente gli verrà comminata la pena dal momento che l’omicidio è avvenuto “con il consenso” delle parti.
Secondo te é normale tutto ciò?
Dal nostro punto di vista, è tutto fuorché normale, benché per molti possa apparire come tale.
Il fatto è che ormai vige uno stato di impazzimento generale.
E noi semplicemente non possiamo più tollerarlo, ecco perché ci sentiamo in dovere di informare ed avvertire dei rischi che stiamo prendendo a furia di percorrere questa china.
Spero che anche tu vorrai farlo insieme a noi.
Perché sappi che il futuro é nelle nostre mani, e se non ci siamo noi a difendere questi valori, aspettiamoci il peggio!