Crisi nel mondo arcobaleno: sempre più persone LGBT contro l’attivismo trans-queer

Crisi nel mondo arcobaleno: sempre più persone LGBT contro l’attivismo trans-queer

Per anni ci hanno ripetuto che il movimento arcobaleno fosse un fronte compatto, destinato a crescere senza sosta.

Oggi, invece, assistiamo alla sua crisi più profonda, una crisi che nasce dall’interno.

Lo mostrano non solo le testimonianze, ma perfino analisi pubblicate su testate internazionali come il Wall Street Journal.

Sempre più persone gay e lesbiche prendono le distanze dall’ideologia di genere radicale, denunciando di sentirsi “sopraffatte”, “associate forzatamente”, “cancellate” da un attivismo trans-queer che non tollera alcun dissenso.

La verità è semplice: un’ideologia che nega perfino la realtà del sesso biologico non può reggere. Non può reggere nelle scuole, nella cultura, nelle istituzioni.

E infatti non sta reggendo nemmeno all’interno del mondo LGBT.

Sempre più uomini e donne omosessuali – che rappresentano la stragrande maggioranza del movimento – rifiutano l’idea che l’identità sia un costrutto arbitrario, o che chi nasce maschio possa accedere senza limiti agli spazi femminili.

È la difesa del buon senso, non discriminazione!

Persino figure insospettabili, come lo scrittore Ben Appel, uomo gay e progressista, parlano apertamente del fanatismo dell’ideologia queer, arrivando a paragonarlo a una setta capace di creare danni psicologici e fisici ai giovani.

Se lo dice chi vive dentro quell’ambiente, è perché il problema è diventato evidente: questa ideologia è estrema, divisiva e pericolosa.

Ed è proprio in questo quadro che emerge con urgenza la necessità di difendere la realtà e la famiglia naturale, oggi sotto pressione da parte di un attivismo che vuole ridefinire perfino ciò che significa essere uomo, donna, genitore.

Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione “Difendiamo la famiglia naturale!”, promossa da Generazione Voglio Vivere.

È un atto semplice, ma fondamentale per ribadire che la società ha radici e valori che non possono essere riscritti dall’ideologia del momento.

E insieme alla firma, ti chiediamo un ulteriore passo: sostieni la nostra grande campagna di sensibilizzazione online.

Oggi la battaglia culturale si gioca soprattutto in rete, dove nascono le opinioni dei giovani, circolano informazioni distorte e l’ideologia gender si mostra più aggressiva.

Per questo vogliamo raggiungere quante più persone possibile, ma per riuscirci abbiamo bisogno del tuo aiuto!

La cultura non cambia da sola: ha bisogno di voci, di contenuti e di persone che, come te, non hanno paura di schierarsi!

I dati confermano ciò che molti di noi denunciano da anni: più cresce l’attivismo radicale, più diminuisce il consenso popolare.

Negli Stati Uniti, nonostante finanziamenti sempre più ingenti alle organizzazioni trans – otto volte superiori a quelli dedicati a gay e lesbiche – la fiducia dell’opinione pubblica crolla: nel 2017 il 44% accettava l’idea che il genere potesse differire dal sesso; oggi è al 38%.

Le politiche dedicate alla comunità trans passano dal 64% al 56%. Un tracollo! E non è colpa “della destra”: è la stessa base progressista a tirarsi indietro.

Sette americani su dieci, secondo il New York Times, rifiutano i bloccanti puberali per i minori; la maggior parte di loro è elettore democratico.

Perché il punto è chiaro: l’ideologia queer non parla più di diritti, ma di imposizioni. Imposizioni linguistiche, culturali, educative.

Anche studiosi e linguisti lo riconoscono: un linguaggio che pretende di includere tutto finisce per escludere tutti, imponendo codici morali travestiti da progresso.

La gente comune, schiacciata da queste pretese, si ribella. Il risultato è una società più divisa e un movimento LGBT sempre più isolato.

E mentre il consenso crolla, arriva la reazione legislativa: oltre 500 proposte di legge anti-trans in America, molte già approvate.

Non perché le persone trans siano “nemiche”, ma perché l’attivismo radicale ha scelto la strada dello scontro, della censura, dell’irrigidimento ideologico.

Ed è proprio per questo che voglio ribadirlo con forza: se crediamo davvero nella difesa della realtà, della differenza sessuale, della verità biologica e della centralità della famiglia, allora è il momento di agire!

Il futuro appartiene a chi ha la forza di dire la verità quando tutti tacciono. Noi ci siamo!

 

Dona