Culla per la Vita o aborto: questione di coraggio

Culla per la Vita o aborto: questione di coraggio

A meno di un mese dall’affidamento del piccolo Enea presso la Culla per la Vita dell’ospedale Mangiagalli di Milano, qualche ora fa, presso la sede del comitato della Croce Rossa di Bergamo, è stata trovata all’interno della coeva Culla per la Vita, una neonata di poche ore.

La piccola è stata affidata alla struttura direttamente dalla mamma, in totale anonimato, come prevede la legge, la quale ha anche lasciato una lettera che sta toccando il cuore di molti.

È la prima volta, da quattro anni a questa parte, che una mamma si affida alla Culla per la Vita di Bergamo.

Ciò ha suscitato grande emozione e gioia da parte del personale medico, che è subito accorso dopo aver sentito il suono del campanello e aver visto dalla telecamera che nella culla vi era una bambina nata poche ore prima.

Ma a cosa si fa riferimento esattamente quando si parla di Culla per la Vita?

- Di un servizio che garantisce il totale anonimato della persona che affida il neonato, come previsto dalla legge;

- Di una struttura solitamente predisposta nei pressi del luogo che la ospita (in vie secondarie), la quale si avvale di un campanello il cui suono attiva l’apertura di una saracinesca o finestra, al cui interno si trova una culla riscaldata e che si richiude pochi istanti dopo.

La culla è costantemente monitorata da una videocamera che consente al personale medico di intervenire.

Come anticipato, la legge prevede che la donna ha il diritto alla scelta rispetto al riconoscimento o meno del figlio da lei procreato.

Inoltre, sempre la legge riconosce alla donna il diritto alla segretezza del parto, che deve essere garantito da tutti i servizi sanitari e sociali coinvolti.

La donna, dunque, ha la facoltà di scegliere di non riconoscere il figlio da lei generato, del quale l’Ospedale darà immediata comunicazione all’ufficiale di stato civile, che gli assegnerà un nome e un cognome, e al Tribunale per i Minorenni, che ne dichiarerà lo stato di adottabilità.

La Culla per la Vita e il parto anonimato costituiscono due strumenti che forniscono alle madri in difficoltà «un’estrema possibilità di accoglienza e di vita che deve servire ad evitare un estremo gesto di rifiuto». (Culla per la Vita).

Estrema possibilità di accoglienza… per evitare un estremo gesto di rifiuto…

Milano in questi giorni è stata la sede dove si sono verificati entrambi i gesti.

Una neonata è stata ritrovata in un cassonetto della spazzatura qualche giorno fa; ieri, invece, la piccola Noemi – ed Enea lo scorso mese – è stata affidata in una Culla che le ha permesso di aver salva la vita e, così facendo, un futuro tutto da scrivere.

Ci vuole coraggio per fare una scelta del genere, non c’è che dire. Un coraggio dettato da motivazioni che non spetta a noi giudicare.

Eppure i dati dicono che questo coraggio manca quasi del tutto, e non per i motivi che ci augureremmo tutti, come potrai immaginare.

Se nel 2007 risultavano essere 642 i casi di neonati non riconosciuti, nel 2021 sono stati 141.

È evidente che questi numeri di per sé dicano ben poco, se non li considerassimo assieme al calo demografico in costante ascesa e al numero di aborti (chirurgici e farmacologici).

Eppure, proprio a proposito di quest’ultimo, è altrettanto evidente constatare un fatto: quante persone preferiscono di “avere il coraggio”che coraggio non è – di voltarsi dall’altra parte e non vedere, scegliendo così la morte…

… invece di avere il coraggio di guardare negli occhi la propria creatura e forse con qualche lacrima, scegliere di dire sì alla vita – prima di ogni altra considerazione – e affidare il neonato ad una struttura e, così facendo, permettere che egli viva in una futura famiglia?

Noi vogliamo lottare insieme a te, se lo vorrai, affinché tutti acquisiscano consapevolezza del valore della Vita, dal concepimento alla morte naturale, per avere e dimostrare questo coraggio!

Aiutaci a realizzare tutto questo: è assolutamente necessario.


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