Eutanasia, giovane francese desidera morire!
In Francia sta facendo discutere il video postato da una youtuber francese ventitreenne in cui lei manifesta la volontà di porre fine alla sua vita tramite eutanasia.
“Olympe” è il suo pseudonimo ed è affetta da un disturbo dissociativo dell’identità, conosciuto anche come disturbo di personalità multipla, caratterizzato da due tipi di personalità che si alternano fra loro.
L’11 gennaio ha postato sul suo seguitissimo profilo Instagram (255 mila followers) un video in cui ha espresso l’intenzione di ricorrere al suicidio assistito in Belgio, in quanto “esausta” della sua vita, scoppiando poi in lacrime.
«Ricorrerò al suicidio assistito, anche se sono una persona molto resiliente, ho i miei limiti e sono stati spinti all’estremo, so benissimo che potrei fare terapie ma sono esausta», ha affermato la giovane ventitreenne.
Il video di Olympe è diventato virale ed ha destato molta impressione nell’opinione pubblica belga e francese, investendo anche la comunità medico-scientifica di entrambi i paesi.
La ragazza in un post ha scritto inoltre di essere «già in contatto con i dottori» e ha aggiunto che ricorrerà al suicidio assistito «nell’ultimo trimestre del 2023».
Ma il medico belga che segue la giovane, Yves de Loch, in un’intervista ha osservato che le cliniche «non sono distributori di eutanasia» e che il processo che conduce alla “buona morte” «può durare molti mesi o anni» (YouTuber soffre di disturbo dissociativo dell'identità e chiede il suicidio assistito. Il medico frena: «Non posso farlo» (ilmessaggero.it)).
Ti ricordiamo che il Belgio è stato il secondo Paese al mondo a regolarizzare l’eutanasia.
Dal 2002, anno in cui avvenne la sua legalizzazione, i pazienti che sono ricorsi al suicidio assistito sono decuplicati: dai 24 casi del 2002 ai quasi 2700 del 2021, come puoi vedere dal grafico sottostante tratto dal quotidiano online “Tempi”.
Due aspetti colpiscono maggiormente questa mattanza che scorre quasi inesorabile, con l’avallo di leggi folli.
1) Negli ultimi dieci anni circa, il numero di coloro i quali sono ricorsi all’eutanasia pur non essendo in fin di vita, è raddoppiato (Dopo vent'anni di eutanasia legale il Belgio è una fabbrica di morte - Tempi)
2) Nel 2021 un terzo dei decessi ha riguardato persone di età inferiore ai 60 anni (Eutanasia in Belgio, nuovo record di morti (sempre più giovani) - Tempi).
Ti ricordiamo, inoltre, che l’eutanasia in Belgio è stata estesa ai minorenni con la legge del 28.02.2014.
Questa triste realtà fatta di disperazione e morte potrebbe ben presto approdare anche in Italia, dopo essere già approdata nei Paesi Bassi, in Lussemburgo, in Germania, in Spagna, in Svizzera, oltre che nel dianzi ricordato Belgio.
Desideriamo anche precisare che sebbene l’eutanasia in Svizzera non sia consentita, ovvero l’atto di procurare intenzionalmente la morte di una persona che ne faccia esplicita richiesta, è tuttavia ammesso il suicidio assistito, ossia la morte procurata attraverso l’assunzione “autonoma” – cioè da parte del paziente terminale – del farmaco letale, assistito da una équipe medica che predispone il farmaco da assumere e la struttura che deve ospitare il paziente.
In Italia nel 2013 l’Associazione Luca Coscioni (afferente ai Radicali) ha fondato il Comitato Eutanasia Legale, il quale si batte per «[…] per la legalizzazione dell’eutanasia e il pieno riconoscimento del testamento biologico», da attuarsi tramite «la proposta di legge di iniziativa popolare» (Comitato Eutanasia Legale: Associazione Luca Coscioni).
Nel 2022 la Corte Costituzionale ha dichiarato «inammissibile la richiesta di referendum popolare per l’abrogazione […] dell’art. 579 del codice penale (Omicidio del consenziente)» (Corte costituzionale - Decisioni), proposta dal Comitato Eutanasia Legale.
Ma questa notizia non deve farti abbassare l’attenzione verso la tragedia che si sta consumando in altri Paesi e che potrebbe ben presto giungere in Italia.
Chissà quante Olympe potrebbero esserci in giro nella tua città o nel tuo paese, apparentemente serene e gioiose, che sfoggiano foto e video sui social media, intente a crearsi delle spalle solide fatte di pixel e virtualità, ma fragilissime interiormente, sino a spingersi a compiere questi passi estremi.
Non permetterglielo!
Difendi insieme a noi il diritto alla vita, sempre ed in ogni sua forma.
Ricorda che una società che permette ai suoi figli di suicidarsi, è una società condannata al suicidio.
Diffondi questo articolo e parla di questa triste storia: sensibilizza i tuoi conoscenti e soprattutto agisci in difesa dei tuoi figli e nipoti.