Fuori la Rivoluzione dalla Chiesa!
Stiamo rileggendo il paragrafo «La cura delle relazioni», contenuto nel documento «Lievito di pace e di speranza», sintesi del cammino sinodale recentemente approvato.
Ci convinciamo sempre più che i riferimenti espliciti al «riconoscimento delle persone omoaffettive e transgender» ed il sostegno ai “Pride” non nascano dal caso.
Vedi, un tempo gli attivisti pro-Lgbt nella Chiesa cattolica invocavano solo “inclusione” e “accoglienza”, per ottenere al massimo un’apertura pastorale verso la loro causa.
Adesso invece non si accontentano più di questo. Hanno alzato il tiro e chiedono apertamente che si volti pagina, che vi sia un cambiamento dottrinale.
Pretendono che i cattolici ammettano di essersi fin qui sbagliati e non solo accettino, ma addirittura apprezzino le relazioni Lgbt come “buone” e “normali”.
Nel libro-intervista «León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI», uscito poco più di un mese fa in Perù, il Pontefice è stato già chiarissimo in merito.
«Trovo altamente improbabile, certamente nel prossimo futuro – ha detto - che la dottrina della Chiesa, in termini di ciò che insegna sulla sessualità, cambi».
Ed ancora: «Ho già parlato di matrimonio, di una famiglia composta da un uomo e una donna in un impegno solenne, benedetti nel Sacramento del matrimonio».
È bastato questo, per mandare su tutte le furie il “teologo queer” Ish Ruiz, come rivela nel suo articolo «Non nel prossimo futuro».
È apparso sul National Catholic Reporter. Il nome della testata inganna… Di fatto, di cattolico non ha nulla, poiché pubblica firme non ortodosse appartenenti alla Sinistra “ecclesiale”.
Ebbene, quell’articolo non lascia dubbi, rende evidente dove vogliano arrivare gli attivisti Lgbt: pretendono che la Chiesa modifichi il suo insegnamento, che viceversa è immutabile.
Esigono che i peccati gravi non vengano più considerati tali, non vengano più chiamati con il loro nome e non siano considerati come un limite, come un ostacolo.
Come tutti i movimenti di Sinistra, anche quello Lgbt non si accontenta mai delle concessioni, esige sempre di più.
Ruiz ora vuole «il pane integrale della comunione», vuole che le loro identità omo-trans vengano «apprezzate come parte integrante della storia cattolica».
Invoca persino lo spirito della sinodalità per ottenere un preteso “diritto” alla piena inclusione e nulla di meno. Tutto il resto, secondo lui, sarebbe una misera parodia dell’opera dello “Spirito”.
Per questo dobbiamo opporci con forza a queste pretese. Qui ed ora. Come? Abbiamo due modi estremamente concreti ed efficaci per farlo.
Il primo consiste nel sottoscrivere, se non lo hai ancora fatto, la petizione «Fermiamo le infiltrazioni Lgbt nella Chiesa!».
È rivolta a tutti i Vescovi italiani, cui chiede di dissociarsi dal documento «Lievito di pace e di speranza» in sede di Assemblea Generale della Cei.
Il secondo modo consiste nel darci i mezzi per sostenere tale petizione con un’adeguata campagna di sensibilizzazione tramite i social.
Ciò ha un costo, che da soli non potremmo mai sostenere. Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!
È molto importante, poiché è evidente come le pretese di Ruiz siano irricevibili da parte della morale cattolica.
Ma lui ha fretta e gioca a fare la “vittima”, come ben si addice alla dialettica rivoluzionaria.
Bolla la posizione ufficiale della Chiesa come dannosa e «offensiva», causa di depressione, stress e tendenze suicide tra chi sia attore ed artefice di tali relazioni peccaminose.
Segue, in questo, una strategia molto chiara e molto diffusa nelle file della Sinistra, ben descritta già dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira in Rivoluzione e Contro-rivoluzione.
Scrive il prof. Plinio: «L’esplosione di questi estremismi alza una bandiera, crea un punto di attrazione fisso che affascina per il suo stesso radicalismo i moderati e verso cui questi cominciano lentamente ad incamminarsi».
E precisa più avanti: «Il contro-rivoluzionario deve smascherare il volto completo della Rivoluzione, per esorcizzare il maleficio che essa esercita sulle sue vittime».
Per questo i cattolici devono prendere sul serio la minaccia che, in modo crescente, gli attivisti Lgbt stanno rivolgendo contro la Dottrina della Chiesa.
Ruiz non si aspetta alcuna resistenza da parte delle gerarchie e questo rivela come, tra queste, si annidino coloro che son pronti a dargli ragione ed a tradire il Magistero.
Le dichiarazioni radicali di questo “teologo queer” mostrano con chiarezza come l’obiettivo reale della Sinistra “cattolica” non sia pastorale: punta piuttosto a fomentare una rivoluzione nella Chiesa.
Spera in questo modo di isolare e far mettere al bando quanti, fedeli al Catechismo, si rifiutino di accettare le loro pretese.
Ha ben scritto John Horvat II sul sito della Tfp austriaca: «Un’ingiustizia morale non può mai essere un diritto civile. Ciò che è peccato non può mai essere dichiarato sacro».
È dunque davvero tempo di dire “no”, di dire “basta” a queste false richieste. Non possono e non devono essere accettate, né ora, né mai!
Lasciamo la rivoluzione fuori dalla Chiesa!