Gay Pride: i sindaci smemorati

Gay Pride: i sindaci smemorati

Alcune ore fa il consiglio comunale di Palermo ha votato contro l’adesione della città al prossimo Gay Pride di giugno.

Il capoluogo siciliano è guidato dal sindaco Roberto Lagalla, dell’Unione di Centro, ed è sostenuto dalla coalizione di centrodestra.

Tuttavia, mentre Fratelli d’Italia e Lega hanno espresso soddisfazione per il voto delle forze di maggioranza che siedono all’interno del consiglio comunale, il sindaco Lagalla ne ha invece preso le distanze.

Va ricordato, infatti, che Lagalla diede già il patrocinio del Comune al Gay Pride tenutosi lo scorso anno.

“La bocciatura, da parte del Consiglio comunale, dell’ordine del giorno sull’adesione del Comune al Gay Pride di Palermo, pone luce su una divergenza tra le posizioni del sindaco Lagalla, che lo scorso anno ha deciso di partecipare attivamente a questa storica manifestazione, dando il suo patrocinio, e la sua maggioranza”, ha affermato la capogruppo della Lega Sabrina Figuccia.

“Mi auguro che il sindaco ricordi ancora quali sono i partiti che hanno permesso alla sua amministrazione di governare la città di Palermo e ponga la giusta attenzione su scelte politiche tanto importanti quanto divisive”, ha infine concluso l’esponente leghista.

Parole nette sono poi giunte anche dall’ex vicesindaco di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi.

“Il consiglio comunale, massima espressione della volontà popolare, si è determinato sul punto e questo in politica dovrebbe avere delle conseguenze, circostanza che peraltro l’anno scorso non si era verificata. Se il sindaco concederà il patrocinio lo farà a titolo personale, visto che la scelta non rispecchia la sensibilità dell’intera amministrazione”.

Vedi, il punto è proprio questo; il sindaco dovrebbe rappresentare tutti i cittadini della città nella quale è stato eletto.

Da qualche tempo, però, è ormai invalsa la pratica secondo cui dare l’adesione delle amministrazioni cittadine ai diversi Gay Pride, sia sempre e soltanto un atto dovuto.

E guai se qualche amministrazione o sindaco osasse sfidare questa triste consuetudine!

La verità, come giustamente afferma l’esponente di Fratelli d’Italia, è invece un’altra:

“(Il Gay Pride) è una manifestazione politica a tutti gli effetti ed è per giunta estremamente divisiva, perché così la vogliono gli organizzatori esaltando le differenze. Ognuno è libero di organizzare e partecipare a qualsiasi manifestazione ma non si può pretendere di farlo con il patrocinio del Comune che, come ente, deve tutelare invece tutte le sensibilità”.

L’aspetto veramente grave, semmai, è il fatto che un sindaco non comprenda, o faccia finta di non comprendere, qualcosa che dovrebbe invece ben sapere.

A maggior ragione poi se, come è stato detto, Lagalla sia ancora in grado di ricordare quali forze politiche gli hanno permesso di essere eletto al governo della città.

Non so tu, ma noi ne abbiamo abbastanza di questi sindaci, presidenti di regione o di singoli esponenti politici che improvvisamente si “dimenticano” delle forze politiche in cui sono stati eletti o dei programmi elettorali che si sono impegnati a rispettare.

È assolutamente necessario che noi ci assumiamo l’impegno di smascherare ogni loro passo falso sui temi della vita, della famiglia e della libertà educativa.


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