Guerra all’utero in affitto!
In questi giorni è in esame in Commissione Giustizia al Senato il disegno di legge presentato dalla deputata di Fratelli d’Italia Carolina Varchi, già approvato lo scorso anno alla Camera, che mira a rendere l’utero in affitto (maternità surrogata) reato universale.
La Lega, nella persona del suo capogruppo Massimiliano Romeo, ha presentato due emendamenti al ddl Varchi in cui propone un inasprimento della pena per chi ricorre all’utero in affitto, ovvero: reclusione da 4 a 10 anni e una multa da 600 mila euro a 2 milioni per chi ricorre all’utero in affitto.
Secondo l’emendamento della Lega, verrebbe punito “chiunque, in qualsiasi forma, commissiona, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità (…)”.
Non solo si prevede, dunque, un inasprimento di pena rispetto al ddl Varchi, ma al secondo comma si legge che il reato è perseguito anche se il fatto è commesso, “in tutto o in parte, all’estero”.
Inoltre, soprattutto in riferimento a ciò che è accaduto in diversi comuni italiani, sempre l’emendamento leghista prevede la punibilità del pubblico ufficiale che annota nei registri di stato civile i bambini nati per mezzo dell’utero in affitto.
Come puoi immaginare, non sono mancate proteste da parte delle opposizioni, in particolare dai radicali dell’Associazione Luca Coscioni e dall’Arcigay.
Per costoro, in fondo, che male c’è a ricorrere all’utero in affitto, a commercializzare anche il rapporto più naturale che esista come quello tra una madre e il proprio figlio.
“Che male c’è…”, oppure, “Cosa toglie a te…”: ormai è una prassi sentire domande di questo tipo da parte di esponenti di queste associazioni, che evidentemente hanno nel proprio orizzonte una visione di sociale, di politica che ha a cuore soltanto ed esclusivamente gli interessi dei singoli individui e non della comunità nel suo insieme.
Ma che razza di modo di ragionare, o meglio, di “sragionare” è?
Personalmente, invece, apprezzo molto l’iniziativa delle forze di governo di continuare ad insistere nel contrasto a questa pratica che non ho mai esitato a definire con il nome che merita: “barbara”.
Il punto è che vorrebbero imporci un modello di società che è tutto fuorché un modello, semmai un incubo da combattere con tutte le forze.
Il nostro compito è quello di esercitare sempre più pressione dall’esterno e ricordare alle forze che siedono in Parlamento che c’è un popolo che vigila sul loro operato e che si aspetta che esse intervengano quando in discussione vi sono i principi che fondano la dignità della persona umana.
Principi, ti ricordiamo, che sono radicati nella natura umana. E che vengono perciò prima di ogni altra logica o battaglia ideale, sia pur importante.
Questo è il motivo più importante che spiega il nostro agire. Il nostro combattere a spada tratta contro forze che vorrebbero la distruzione della realtà umana.
Non devi più aspettare. Manchi solo tu a combattere la battaglia in difesa della vita, della famiglia e della libertà educativa.
Combatti con noi e vedrai che non te ne pentirai! Lottare per i valori più belli del mondo non ha prezzo, te l’assicuriamo!