
Il Governo difende la coscienza: stop alla legge siciliana pro-aborto!
Con un atto di coraggio e coerenza, il Governo ha fermato una legge regionale profondamente ingiusta e incostituzionale.
La Regione Sicilia, incredibilmente con l’avallo di una maggioranza di centrodestra, aveva approvato una norma che escludeva i medici obiettori di coscienza dai concorsi negli ospedali pubblici, come se il diritto all’aborto potesse giustificare una discriminazione brutale contro chi difende la vita.
Il Consiglio dei Ministri ha detto NO! Un no chiaro, netto, doveroso.
La legge viola l’articolo 117 della Costituzione, lede il principio di uguaglianza, calpesta la libertà personale e la dignità morale e professionale dei medici. Ma soprattutto, traccia un solco pericoloso verso un sistema in cui l’obiezione di coscienza diventa un reato da punire anziché un diritto da tutelare.
L’obiezione di coscienza è una delle più alte espressioni della libertà individuale. È la possibilità per ogni medico, ogni persona, di agire secondo coscienza, valori, fede e ragione.
E proprio perché siamo una democrazia fondata sulla libertà, non possiamo accettare leggi che impongano un pensiero unico, un obbligo morale rovesciato: o abortisci, o sei fuori dal sistema sanitario.
E smettiamola con le menzogne ideologiche: non esiste alcuna emergenza aborto in Sicilia. I numeri lo dimostrano.
I medici non obiettori già presenti garantiscono l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza con numeri perfettamente in linea con il resto d’Italia. Nessuna donna è abbandonata, nessun "diritto" è sotto attacco.
La vera emergenza è un’altra: ogni anno in Italia si praticano oltre 60.000 aborti. È come cancellare ogni anno una città intera.
In nome di quale “progresso” possiamo accettare tutto questo come normale?
Difendere l’obiezione di coscienza non è un gesto di retroguardia: è un atto di civiltà, di umanità, di verità. Ed è anche un segnale forte: chi difende la vita non è un criminale.
Il Governo ha fatto la cosa giusta. Ha difeso la libertà, ha difeso i medici, ha difeso la Costituzione. E forse, un giorno, torneremo a difendere anche ciò che conta più di tutto: il diritto alla vita di ogni bambino non ancora nato.