Il nostro tempo ha stufato!
Il nostro tempo ha stufato!
Diciamocelo chiaramente: hanno stufato le mode orripilanti che inondano il nostro quotidiano, la vita frenetica che i media sobillano, l’estenuante promozione del proprio Io e dei suoi gusti attraverso l’uso sconsiderato dei social network, ma soprattutto…
… la visione del mondo libertaria e nichilista, continuamente difesa e promossa, che nega i valori fondanti dell’essere umano (vita e famiglia) in nome dell’autodeterminazione (di tutto, persino della propria sessualità).
Il rifiuto di questa “cappa” ideologica ha contribuito a far nascere negli ultimi anni un curioso fenomeno culturale denominato traditional wives, mogli tradizionali.
«Il fenomeno delle trad wives – si legge su Io Donna, rivista del Corriere della Sera – alias le mogli, madri e casalinghe tutte chiesa, figli e torte con la glassa, annovera negli States, ma non solo, schiere di giovani e giovanissime influncer ed epigoni.
Ragazze e donne (…) che passano il tempo a decantare quanto essere una #tradwife, ovvero una traditional wife, porti alla felicità. Molto più che incaponirsi nel tentativo di rompere soffitti di cristallo».
Nato negli Stati Uniti e presto diffusosi nel Regno Unito e in generale nei Paesi di cultura anglofona, il movimento delle traditional wives contesta al femminismo la possibilità di non poter decidere più del proprio futuro.
Da qui la decisione di lanciare una controffensiva culturale ed estetica, usando sempre i social network ma per promuovere una visione del mondo radicalmente opposta alle mode dominanti.
Esaltazione della vita rurale, difesa dell’identità della donna come moglie e madre (di due o più figli), promozione di un vestiario sobrio ed elegante, trasmissione di valori in linea con la legge naturale.
Le immagini di giovani donne alle prese con i figli mentre si occupano delle faccende domestiche o mentre curano l’orto, ha evidentemente suscitato forti critiche da parte dei media e delle femministe, ma anche destato un curioso interesse in tante giovanissime nate dopo il 1996 (la cosiddetta Generazione Z).
La spiegazione di tanto interesse la fornisce uno studio della Political Research Associates:
«(…) molte donne sono state deluse dai compromessi del femminismo moderno e del capitalismo in fase avanzata, incapaci di trovare una soluzione praticabile per il dilemma tra equilibrio tra lavoro e vita privata.
Le ragazze della generazione Z hanno visto le loro madri lavoratrici appoggiarsi a luoghi di lavoro ineguali solo per guadagnare meno soldi in un sistema capitalista che svaluta anche il loro carico di lavoro domestico».
Per essere franchi, era inevitabile che si verificasse una situazione del genere.
Bisogna essere ciechi per non vedere il cumulo di sciocchezze che è stato da sempre propinato da una certa narrazione femminista.
Con questo non intendiamo dire che sessanta o settanta anni fa ci fosse una situazione idilliaca, o che la tendenza delle traditional wives non sia esente da aspetti equivoci.
Quello che ci preme dirti, piuttosto, è che il mondo di oggi sta implodendo su se stesso ed almeno un motivo ci sarà, non trovi?
Ecco la ragione per cui diciamo: ben vengano queste nuove tendenze culturali, sperando che facciano rinsavire menti e aprire cuori.
Ad ogni modo, noi saremo sempre pronti a combattere sullo stesso fronte, spronando uomini e donne, giovani ed anziani a combattere per la vita, la famiglia e la libertà educativa.
La nostra società deve tornare a splendere, a sperare e a credere che il futuro è nella vita.