Il sen. Menia propone un ddl “pro-life”
Nelle ultime ore è apparso al Senato un disegno di legge (ddl) proposto dal senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia, volto ad ottenere il riconoscimento giuridico del nascituro.
«Si tratta della quarta proposta di legge “pro-life” dall’inizio della legislatura, che si aggiunge alle altre tre, tutte presentate dal centrodestra», è il commento che ne dà il Corriere della Sera.
Dal quotidiano di via Solferino, apprendiamo anche l’intitolazione del ddl: «Modifica dell’articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica ad ogni essere umano».
Ti ricordiamo che il codice civile vigente distingue la capacità giuridica dalla capacità di agire. Mentre la seconda si acquisisce al compimento dei diciotto anni, la prima si acquisisce al momento della nascita.
Dalla lettura del disegno di legge si comprende chiaramente che il fine dello stesso è quello di «dichiarare che ogni uomo ha la capacità giuridica in quanto uomo, cioè che la soggettività giuridica ha origine dal concepimento, non dalla nascita».
Altro aspetto importante che da sempre io e Generazione Voglio Vivere portiamo avanti e per questo non possiamo che essere sinceramente grati al senatore Menia per averlo ricordato, è sottolineato dal passaggio seguente:
«Si tratta di riconoscere, anche nell'ambito giuridico, che embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realtà, un identico soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo».
La persona, infatti, non è un essere “convenzionale”, come vorrebbero i corifei del positivismo giuridico e i progressisti. Non si decide a tavolino quando si è persona e quando non lo si è.
«Dopo il ddl Gasparri – ha osservato la senatrice del Partito Democratico Valeria Valente – arriva il ddl Menia per riconoscere la capacità giuridica del concepito. Evidentemente FdI non voleva sentirsi da meno rispetto a Fi, nell’attacco alle libertà e ai diritti delle donne di disporre del proprio corpo e di autodeterminarsi».
Un’altra senatrice del Partito Democratico, Cecilia D’Elia, considera il ddl Menia «una mostruosità giuridica», dichiarando altresì che «il testo presentato è totalmente incompatibile con il principio di autodeterminazione ed è un chiaro tentativo di mettere in discussione proprio la legge 194, ma non ci riusciranno».
Simona Malpezzi, capogruppo dei Dem al Senato, ha osservato che tale proposta mira sostanzialmente a «cancellare il diritto della donna di autodeterminarsi nella scelta di diventare madre o meno».
Come vedi ti abbiamo mostrato in sequenza le dichiarazioni di tre parlamentari del principale partito politico d’opposizione.
L’abbiamo fatto perché tu possa comprendere bene come questa battaglia di civiltà si giochi su due parole chiave: natura vs autodeterminazione, o anche, ragione vs volontà.
Noi crediamo che il mio intelletto, così come il tuo, ci porti spontaneamente a riconoscere l’ordine inscritto in natura e a rispettarlo. La nostra volontà, così come la tua, è realmente “libera” quando si muove all’interno dei confini dettati dall’ordine di natura che la mia ragione riconosce.
Questa è libertà, le altre sono solamente illusioni pericolose e distruttive che continuano a mietere milioni di vittime innocenti.
Non possiamo quindi che rallegrarci per questa notizia, convinti del fatto che tu, assieme a noi, hai contribuito a far sì che questa sensibilità per la vita emergesse e si mostrasse.
Dobbiamo continuare così perché proprio in questo momento è decisivo un tuo sostegno per far sentire a questi parlamentari che siamo al loro fianco in questa battaglia di civiltà.
Grazie, come sempre.