Il voto cattolico parla chiaro!

Il voto cattolico parla chiaro!

Il voto cattolico parla chiaro!

Secondo un sondaggio commissionato dal quotidiano cattolico francese Le Croix, quasi un terzo dei voti dei cattolici praticanti transalpini è andato al giovane leader del Rassemblement National, Jordan Bardella.

Si tratta del 32%, che arriva sino al 37% se si includono i cattolici non praticanti, a fronte del 14% dei cattolici praticanti che votarono sempre per Bardella alle elezioni europee del 2019.

Se ai dati del Rassemblement National di Marine Le Pen e Bardella, affianchiamo quelli presi da Reconquête (10%), l’altra formazione di destra francese di Éric Zemmour e Marion Maréchal (Le Pen), nipote della leader del Rassemblement, la cifra dei voti espressi per i partiti di destra, da parte dei cattolici praticanti, arriva al 42%.

Cosa vuol dire tutto ciò?

Crediamo che le parole più eloquenti le esprima Jérôme Forquet, il direttore dell’istituto che ha realizzato il sondaggio, che ha così sintetizzato il significato complessivo del voto cattolico di queste elezioni europee:

“L’attaccamento all’Ue, sulla scia della democrazia cristiana o dell’insegnamento di Jacques Delors, esiste fra i cattolici, ma questa corrente sta perdendo velocità.

Cosicché il 28% dei cattolici praticanti regolari ha votato per partiti di sinistra. Ma oggi gli spartiacque sono altri e riguardano la sicurezza, l’identità e il rapporto con l’islam”.

Queste parole, e soprattutto i numeri che hai letto, confermano ciò che ti abbiamo detto già ieri.

È il momento giusto per costruire un vasto consenso di forze politiche attorno al primato dei principi non negoziabili.

Il popolo francese, così come quello italiano, è stanco di una classe dirigente lontana dai bisogni reali delle persone.

La stagione dei diritti a prescindere da qualsivoglia dovere, sta giungendo finalmente al termine e queste elezioni lo hanno dimostrato in maniera eloquente.

Macron, spalleggiato praticamente dall’intero arco parlamentare francese, con la colpevole approvazione di parte del Rassemblement National (questo va ricordato), ha votato a favore dell’inserimento del diritto di aborto in Costituzione e proposto di inserire lo stesso nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE.

Poco tempo fa, come se non bastasse, ha affermato inoltre che la Francia entro l’estate avrà la sua legge a favore della regolarizzazione dell’eutanasia.

Ebbene, il responso alle urne è stato netto!

Dispiace poi constatare che gli episcopati europei si siano limitati a porre il “discrimine” tra formazioni politiche e candidati basandosi esclusivamente sul sostegno al “progetto europeo” e praticamente nulla si sia detto rispetto ai valori che devono innervare tale progetto europeo, e cioè i principi non negoziabili.

Ma, al di là di questo aspetto, gli elettori si sono espressi chiaramente, come ti dicevamo, confermandoci che buona parte dei cattolici ha voglia di valori, identità, sicurezza.

Insomma, ha voglia di vita, famiglia, libertà educativa. È compito nostro aiutare le forze politiche a realizzare un processo di compattamento attorno a questi principi!


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