In Olanda eutanasia anche per gli anziani in salute!
Quando le persone cessano di essere considerate produttive, smettendo di alimentare il sistema economico o diventando “un peso” per quello sanitario, la soluzione sembra essere una sola: eliminarle.
È questa la logica agghiacciante che sembra emergere dalle ultime notizie provenienti dall’Olanda, una nazione che si conferma ancora una volta in prima linea nel promuovere una visione sempre più radicale dell’eutanasia.
In Olanda, patria di legislazioni pionieristiche in tema di eutanasia, la nuova frontiera è quella di permettere il suicidio assistito anche a chi è perfettamente sano.
Sì, avete capito bene: non occorre più essere affetti da una malattia terminale o soffrire di dolori insopportabili. Basta avere compiuto 75 anni.
Questo è il fulcro di una proposta di legge avanzata dal partito progressista D66, che a breve verrà discussa alla Camera bassa del Parlamento.
Questa iniziativa non arriva come un fulmine a ciel sereno. L’Olanda, insieme a Paesi come il Belgio e il Canada, ha da tempo aperto la strada a una legislazione sempre più permissiva in tema di eutanasia.
Tuttavia, questa proposta rappresenta un passo ulteriore e drammaticamente radicale: concedere agli anziani sani il diritto di morire con l’assistenza medica, sulla base di una semplice dichiarazione di "esistenza completata".
Secondo un sondaggio condotto da RTL Nederland su un campione di 20.000 persone, ben l’86% degli intervistati si dichiara favorevole alla proposta. Un dato che conferma quanto profondamente radicata sia nel Paese la mentalità sottesa a questa legge.
Il percorso per ottenere l’eutanasia, così come delineato nella proposta, prevede sei mesi di colloqui con un consulente per il fine vita, che avrebbero il compito di certificare la reale volontà dell’anziano di porre fine alla propria esistenza.
Tuttavia, non tutti sono d’accordo, per fortuna!
L’associazione medica olandese ha espresso una ferma opposizione, affermando che molti anziani hanno bisogno di sostegno per vivere dignitosamente, non di aiuto a morire. Un richiamo a un principio fondamentale che sembra oggi dimenticato: ogni società civile dovrebbe tutelare la vita in ogni sua fase e condizione.
La proposta olandese non è solo un problema interno, ma un campanello d’allarme per il mondo intero.
Questa deriva rappresenta una vera e propria minaccia al principio dell’indisponibilità della vita umana, un valore fondante di ogni società che voglia definirsi umana. Ogni esistenza è degna di essere vissuta fino alla fine naturale, senza scorciatoie che, travestite da libertà personale, celano una desolante resa culturale e sociale.
Anche in Italia, le pressioni per una legislazione più permissiva sull’eutanasia non mancano.
Ma la storia, la cultura e il patrimonio morale del nostro Paese ci ricordano che il valore della vita va difeso con fermezza. Ogni scelta che mina questo principio non solo impoverisce il presente, ma compromette irrimediabilmente il futuro.
L’Olanda ci mostra cosa accade quando si scivola in una visione utilitaristica della vita: sta a noi scegliere una strada diversa, fatta di sostegno, dignità e rispetto per ogni essere umano.