Istat, l’Italia verso il suicidio

Istat, l’Italia verso il suicidio

Secondo l’Istat “entro il 2042 solo una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà”.

“La popolazione residente è in decrescita: da 59 milioni al 1°gennaio 2022 a 58,1 mln nel 2030, a 54,4 mln nel 2050 fino a 45,8 mln
nel 2080”.

Questo è il quadro devastante che ci troviamo davanti, e la cosa che più desta sconcerto è che almeno per il momento non sembra che sia allo studio alcuna misura politico-economica realmente impattante che provi ad invertire il trend.

Anche se, diciamoci la verità, servirebbe ben altro, e di molto più profondo, per risollevarci da questa tragica china.

Dice bene Tommaso Scandroglio su La Nuova Bussola Quotidiana, quando osserva che:

“La culla vuota (…) è simbolo perfetto di una cultura vuota, vacua e vana, perché abbiamo barattato il figlio per dei surrogati: cani, isole greche, amorazzi a rotazione, l’eccitante euforia di percepirsi adolescenti all’infinito, acronimi ambiziosi come AD e CEO”.

Accanto a misure economiche importanti, è infatti necessario che venga riscoperto cosa dà senso veramente alla vita dell’uomo.

Dunque, una battaglia culturale profondissima.

Sì, ci troviamo in questa situazione e a questo livello, caro sostenitore.

È questo il motivo per cui ti invitiamo a prendere parte alla lotta quotidiana che svolgiamo: ce n’è veramente bisogno.

Essa deve essere duplice: da una parte deve marcare la politica, pressarla fortemente per incentivarla ad agire in difesa e a sostegno della vita e della famiglia.

In modo concreto, però, non con delle mancette che sembrano guardare più ad un ritorno elettorale, che a risolvere il problema.

Dall’altra, deve promuovere e favorire una “retta concezione della persona” (Benedetto XVI).

Perché vi è necessità di rieducare l’uomo in profondità.

È un compito gravoso: ce ne rendiamo perfettamente conto.

Ma qualcuno dovrà pur farlo, o sbaglio?

Ecco, noi vogliamo essere quel qualcuno, perché un domani, trovandoci davanti una situazione catastrofica come quella prevista dall’Istat, dobbiamo poterci guardare allo specchio e dire a noi stessi:

“Ho fatto quel che potevo e dovevo, ma è andata come è andata…”

Con l’aiuto del Cielo, vedrai che in qualche modo riusciremo a farla la nostra parte, se tu lo vorrai.

A noi questo è ciò che ci viene chiesto di fare adesso, e non tra cent’anni.

Speriamo di averti al nostro fianco, per non mancare all’appuntamento con la storia.


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