Italia verso il deserto demografico
Il giorno prima di Pasqua l’Istat ha pubblicato i nuovi dati sulla demografia in Italia.
Ancora una volta, risultano allarmanti, per non dire spaventosi!
“Da demografo mi sto convincendo che c’è poco da fare. Sia chiaro, va fatto ogni sforzo per incidere sui costi e per favorire la conciliazione dei tempi di vita ma siamo di fronte a scelte individuali e se manca la fiducia verso il futuro viene meno la spinta a procreare, cade la cultura di quanto sia bello avere figli e nipoti. Si vive come se si fosse quasi immortali”, ha commentato l’ex direttore dell’Istat Gian Carlo Blangiardo.
Nel 2023 i nati in Italia sono 379mila, 14mila in meno (-3,6%) del 2022.
Il numero medio di figli per donna scende così da 1,24 del 2022 a 1,20 del 2023, avvicinandosi di molto al minimo storico di 1,19 figli registrato nel 1995.
La flessione demografica è costante da Nord a Sud, e l’età media in cui si partorisce è di 32,5 anni, in costante ascesa. Tuttavia, mentre al Nord e al Centro l’afflusso di stranieri tampona le mancate nascite, la situazione al Sud, invece, è drammatica.
“Vaste aree del Sud (...) si stanno desertificando con una velocità che impressiona, in molti luoghi si fa fatica a mantenere aperta una scuola. Del resto in tali aree non arriva la popolazione straniera e parte quella autoctona. E in alcuni paesi non nasce un bambino da anni”, afferma sempre Blangiardo.
Dinanzi ad una situazione del genere attendiamo ancora la risposta del Governo, come stiamo facendo già da tempo del resto.
Ma si può sapere cosa si sta aspettando ad intervenire?
Possibile che un problema così rilevante come quello demografico, che nei prossimi anni andrà ad impattare in maniera sempre più rilevante sui conti pubblici, non venga considerato un tema all’ordine del giorno?
Davvero si vuole condannare l’Italia, il suo tessuto produttivo, la sua cultura, il suo popolo all’estinzione?
Da un Governo saggio e lungimirante, ci aspettiamo che la questione demografica, per la rilevanza che ha assunto (e certamente non a partire da oggi) e l’incidenza che avrà per il futuro del nostro Paese, sia al centro della cosiddetta “agenda politica”.
E, soprattutto, che venga affrontata con coraggio e decisione, e non con delle misure spot!
Ovvero, con dei contributi reali, concreti dati alle giovani coppie e non con delle mere mancette; in altri termini, facciamo riferimento ad un vero e proprio reddito di maternità.
E, fidati, si può fare eccome! I soldi si trovano, come si sono trovati per una misura (sulla quale non mi esprimo poiché non mi compete) come il reddito di cittadinanza, che secondo i dati di Panorama, dal 2019 al 2023 è costato circa 30 miliardi.
Se solo dirottassimo una quota simile a quanto veniva destinato annualmente con il reddito di cittadinanza su un reddito di maternità, bè siamo convinti che le cose inizierebbero a cambiare.
Il punto è sempre il solito però: deve esservi la volontà politica!
Ci auguriamo che l’attuale Governo abbia il coraggio di affrontare questa emergenza per davvero e di fare sul serio. Per il momento, non possiamo non rilevare che sia stato fatto assai poco...
Ti chiediamo di aiutarci a diffondere questi dati, a sensibilizzare amici, parenti e conoscenti sull’emergenza che sta vivendo il nostro Paese. Soprattutto, a fare pressione sulle forze politiche che compongono l’attuale Governo.
Dobbiamo esigere da loro misure serie, concrete, reali!