Jesi: Adinolfi contestato e scortato dalla polizia per la presentazione del libro contro l’aborto
Domenica 16 aprile la placida cittadina di Jesi, nelle Marche, si è risvegliata di soprassalto, con agenti di polizia e uomini dei carabinieri a presidiare la chiesa di San Nicolò.
Lo scrittore cattolico Mario Adinolfi si era recato in città per la presentazione del suo libro di recente uscita: Contro l’aborto. Con le 17 regole per vivere felici.
Un titolo così eloquente che ha mandato su tutte le furie, in senso letterale, le opposizioni e l’universo LGBT e “antifascista”.
Infatti, ciò che ha letteralmente impietrito l’intera comunità cittadina, è la manifestazione di aperta intolleranza che ha “accolto” l’arrivo di Adinolfi, il quale è stato scortato dalle forze dell’ordine sia all’ingresso che all’uscita della chiesa, ove si è tenuta la contestatissima presentazione del libro.
La manifestazione di protesta è stata organizzata dai centri sociali e ha visto la partecipazione anche di alcuni consiglieri comunali d’opposizione.
«è davvero una vergogna che nel 2023 si debba assistere a certe manifestazioni d’intolleranza, specialmente a Jesi», ha affermato Antonio Grassetti, consigliere di Fdi.
La cosa che sconcerta maggiormente è che qualche giorno prima, la consigliera regionale del Partito Democratico Manuela Bora, aveva fatto simili dichiarazioni:
«Non stupisce che Adinolfi scelga le Marche per presentare il suo libro contro l’aborto.
Evidentemente ha capito benissimo come qui, a partire dalla vittoria della destra misogina e intollerante di Acquaroli alle regionali del 2020, le sue idee oscurantiste sull’interruzione della gravidanza trovino totale copertura istituzionale.
Purtroppo queste iniziative sono molto pericolose, perché servono esclusivamente a costruire un clima favorevole per coloro che (...) vogliono demolire passo dopo passo la legge 194 e impedire alle donne di vedersi garantiti i diritti da essa sanciti».
Si, hai capito benissimo.
Dunque, siccome le idee di Adinolfi hanno come unico scopo quello di “costruire un clima favorevole” per tutti coloro che vogliono demolire la legge 194, è necessario creare “un clima favorevole” che impedisca a costui di esprimersi.
Sembrerebbe essere proprio questa la consecutio logica a cui vorrebbe alludere l’esponente del Pd, tanto più che iniziative come quella indetta da Adinolfi, sempre secondo la politica, sono da considerarsi “molto pericolose”.
Alla faccia della democrazia, dell’eguaglianza dei cittadini e del rispetto dei diritti di chiunque!
Sembra proprio che l’art. 21 della Costituzione, che sancisce la libertà di pensiero e di espressione da parte dei cittadini, ebbene per particolari categorie di persone non in linea con i “dogmi” del momento, non valga nulla.
Naturalmente non avrai udito questa notizia in televisione, né l’avrai letta sui principali quotidiani italiani.
Vedi, sono proprio fatti come questi che ci danno forza, coraggio e determinazione nel fare quel che facciamo quotidianamente.
Noi non possiamo né vogliamo considerare “normale” tutto questo.
Ti invitiamo a combattere insieme a me perché ciò che è accaduto a Jesi non accada mai più.
Quindi non devono più esserci delle manifestazioni di protesta? Non intendiamo di certo dire questo, però vi è un limite ed una misura per tutto.
Una persona che deve essere scortata dalle forze dell’ordine per presentare un libro in difesa della vita umana, è qualcosa che fa semplicemente rabbrividire.
Dacci una mano per fermare queste follie!