La bellezza della famiglia in uno spot

La bellezza della famiglia in uno spot

Ieri sera ha esordito sulle reti televisive italiane un piccolo cortometraggio della Esselunga, nota catena di supermercati.

Lo spot (che puoi vedere di seguito) ha subito diviso in due il pubblico, contribuendo a generare polemiche.

Molte persone l’hanno accusato di enfatizzare la famiglia tradizionale e di colpevolizzare le famiglie divorziate.

Ma vediamo meglio di comprendere di cosa si tratta.

Lo spot appartiene al genere del cosiddetto digital storytelling, ovvero l’arte di comunicare un brand o un prodotto, attraverso la narrazione di una storia.

La protagonista è una bambina, che si trova insieme a sua madre all’interno di un supermercato.

Improvvisamente, però, la piccola scompare dalla vista della mamma, perché intenta a prendere una pesca.

Una volta trovata, la madre le compra il frutto desiderato, tornando poi a casa dove la vita scorre lieve e serena.

Ma la bimba, in queste brevi scene di vita quotidiana, appare per lo più distratta e pensierosa.



Qualche secondo dopo, intanto, si sente bussare in casa. L’inquadratura mostra la madre che osserva dalla finestra un uomo che è il padre della bambina.

Si intuisce così che i due sono separati e che il papà è venuto a prendere la bimba per trascorrere del tempo insieme.

La bambina corre finalmente giù dalle scale del palazzo per fiondarsi tra le braccia del padre, non prima però di aver richiuso lo zainetto e di avervi riposto la desiderata pesca.

Una volta in macchina, la bimba prende la pesca dallo zaino e la offre al padre dicendogli che è da parte della madre.

“Non c’è una spesa che non sia importante: è questo il messaggio intorno al quale è costruito il (…) cortometraggio dal titolo “La pesca” (…)

È quanto scrive l’ufficio stampa di Esselunga, nel comunicato di presentazione dello spot.

“La pesca non è uno spot tradizionale, – si legge – ma un cortometraggio che si appropria di un linguaggio cinematografico. Il soggetto è ispirato a una spesa vista attraverso gli occhi e il vissuto di una bambina: un gesto, fatto con la semplicità e allo stesso tempo con l’ingegno tipico dei bambini, svelerà, istante dopo istante, una storia densa di tenerezza che arriva al cuore e commuove con delicatezza”.

“Commuove con delicatezza”, proprio così.

Eppure, per molti, questo spot rappresenta un tentativo di colpevolizzare i genitori divorziati; o ancora, uno spot contro il divorzio; un atto di celebrazione della famiglia tradizionale e via di questo passo…

Alcune di queste folli accuse non ce le stiamo inventando, le trovi riportate qui.

Che dire?

Che c’è da restare basiti per il livello che si è raggiunto e per l’incapacità di osservare le cose dal punto di vista dei bambini, i quali soffrono enormemente per la separazione dei genitori.

Nessuno li ripagherà mai dell’affetto e del clima di serenità che soltanto una famiglia che vive unita è capace di dare loro.

E il fatto che esistono dei casi isolati dove ciò non accade, costituisce l’eccezione che conferma la regola.

Per cui diamoci una calmata! E aggiungo che non è poi così malvagia l’idea di mostrare quale dovrebbe essere il modello da prendere ad esempio, anzi.

Di fronte allo sfacelo imperante nella nostra società, finalmente c’è ancora qualcosa in grado di farci stupire, emozionare, commuovere…

E che questo qualcosa sia proprio la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, non può che farci piacere e renderci orgogliosi.

Un grande grazie ad Esselunga per questo suo cortometraggio.


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