“La gravidanza non è per forza maternità”

“La gravidanza non è per forza maternità”

La giornata di ieri ha visto protagonista ancora una volta la barbara pratica dell’utero in affitto, candidamente definita da gran parte della stampa e dalla sinistra con il nome di “gestazione per altri” (Gpa).

Ieri si è infatti discussa alla Camera dei Deputati la proposta di legge avanzata dalla parlamentare di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi, che mira a rendere «perseguibile il reato di maternità surrogata che sia commesso all’estero da un cittadino italiano».

Tra gli interventi più duri contro l’iniziativa di FdI, spicca quello pronunciato dal radicale Riccardo Magi, segretario di +Europa.

«La proposta di legge Varchi è un obbrobrio (…) Si dice che non c’è alcuna volontà di colpire i figli, invece state dicendo a questi bambini, che sono già nati o che potrebbero nascere, che sono figli di un reato universale. È il massimo che si può fare in termini di stigma e discriminazione».

«Si può essere così sicuri di definirsi tutori della dignità della donna se non ci si chiede dove sia il rispetto della volontà della donna? Si dà per scontato che non ci possa essere una donna che abbia la volontà di portare avanti una gravidanza per altri e dobbiamo assumerlo come una certezza. Noi siamo qui per dire a quelle famiglie che sono diventate tali grazie alle gestazioni per altri che c’è in quest’Aula chi vi considera genitori e non criminali».

Sarebbe forse opportuno ricordare a Magi che le leggi vengono scritte avendo come obiettivo quello di regolarizzare e tutelare un interesse generale e che comunque esse devono sottostare a dei limiti ben precisi, come è evidente, tra questi vi è in primis quello di non ledere la dignità umana.

Cosa che di fatto la barbara pratica dell’utero in affitto, in qualsiasi modo la si voglia definire, di fatto fa. E lo diciamo da un punto di vista obiettivo, a prescindere dalla volontà delle singole persone coinvolte.

Eppure, la questione non è soltanto terminologica, perché dietro le parole ci sono dei concetti o messaggi che si vogliono far passare.

A questo proposito, leggi cosa ha detto il deputato di Sinistra Italiana, Marco Grimaldi, durante il suo intervento alla Camera:

«secondo la Ministra Roccella, la Ministra per la Famiglia, la maternità surrogata in Italia è proibita e bisogna chiamarla col suo nome: utero in affitto. Rispondo con le parole della mia amica e compagna Michela Murgia: la gestazione per altri non si può chiamare utero in affitto, né maternità surrogata, perché gravidanza non è per forza maternità».

Ebbene, quando ascolti parole come queste, comprendi subito l’abisso che si è scavato intorno alle parole e alle cose.

Anche quelle che ritenevamo fino a pochissimi anni fa più scontate, immediate da apprendere.

Si inizia a negare l’ovvio in maniera così pervasiva e sistematica rispetto a qualsiasi tema, e a giustificare ogni bassezza, ogni desiderio nascondendosi dietro il pretesto della “volontà” umana.

Ma dove finiremo pensando ed agendo in questo modo?

Ci vengono in mente, a questo proposito, alcune celebri frasi dello scrittore inglese Gilbert K. Chesterton, quando nel suo libro Eretici preconizzava una situazione del genere, e scriveva:

«Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate».

Ebbene, spetta a noi portare avanti questo compito così ingrato eppure così affascinante.

Come sono affascinanti tutte le missioni difficili, in climi e tempi ostili come pochi.

Seguiremo da vicino l’iter parlamentare e ti informeremo in merito. Già ti diciamo, però, che bisogna essere pronti ad attivarsi, perché qui ogni giorno veniamo a conoscenza di qualcosa di nuovo.

Dacci la forza per condurre questa battaglia. Ricorda, se non ci mobilitiamo noi, qui le cose non potranno che andare di male in peggio.

Noi invece siamo sicuri che uniti e compatti riusciremo ad alzare la testa e a bloccare il processo di decadenza in atto.


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