La sconfitta di Cappato e delle ideologie antinaturali

La sconfitta di Cappato e delle ideologie antinaturali

“Porto avanti da tempo delle battaglie con l’Associazione Coscioni e con Eumans e comunque fosse andata le avrei continuate. Naturalmente potendolo fare dal Parlamento, insieme, avremmo avuto più forza, ma le faremo lo stesso”.

Queste che hai appena letto sono le parole pronunciate dall’esponente radicale nonché tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, appena aver appreso della sconfitta nella sfida elettorale per il collegio della Brianza, che ha premiato il candidato di centrodestra Adriano Galliani.

Il fallimento di Cappato segna anche la sconfitta di quelle battaglie ideologiche a favore della liberalizzazione di eutanasia e suicidio assistito, delle droghe di ogni tipo, dell’aborto libero, della regolarizzazione della prostituzione e di tutti i desiderata della comunità LGBT, a cui l’esponente radicale ci ha abituati.

E questo lo testimonia in modo eloquente l’Huffington Post, che di certo non può essere considerato un giornale di centrodestra.

In un articolo pubblicato sul quotidiano online del gruppo GEDI, si sottolinea la débâcle di Cappato e dell’intero centrosinistra, Elly Schlein in testa, la quale ha impegnato il Partito Democratico a puntare su una candidatura ideologica, boicottata anche da molti amministratori locali di centrosinistra.

Il titolo dell’articolo in questione è estremamente chiaro:

“Il rifiuto lombardo. Cappato poteva vincere (lo dicono i numeri) a Monza, il territorio non ha seguito Roma”

Il punto è che gli imprenditori locali, le famiglie, i pensionati così come gli artigiani brianzoli… non sanno che farsene delle battaglie ideologiche ed inutili di Cappato e dei radicali.

E di certo non sono disposti a dare il proprio voto ad una persona che nella dichiarazione post-voto afferma chiaramente che lo scranno parlamentare lasciato libero da Silvio Berlusconi, gli sarebbe servito a “portare avanti le battaglie con l’Associazione Luca Coscioni…” con più forza e visibilità.

Di tutto ciò ne era ben a conoscenza il sindaco di Monza del Pd Paolo Pilotto, che alla vigilia del voto aveva dichiarato più volte che avrebbe votato scheda bianca, contro le indicazioni del proprio partito.

L’Huffington Post ricorda della scena surreale avvenuta durante il comizio conclusivo, quando Pilotto e il sindaco di Milano Beppe Sala si trovavano sul palco accanto a Marco Cappato…

“ma mentre il primo cittadino di Milano si spendeva per il candidato radicale, Pilotto, annunciava ai giornalisti che lui Cappato non lo avrebbe votato.

«Andrò a votare ma voterò scheda bianca, convinto che in Brianza il centrosinistra abbia uomini con capacità di esprimere valori importanti per la società e per questo territorio», aveva detto”.

Ti rendi conto?

Della serie: salgo sul palco perché me lo chiedono da Roma, ma devo salvare la credibilità degli amministratori locali che conoscono la zona e che bocciano in pieno questa candidatura artificiale ed ideologica.

E bada che ciò che è avvenuto in Brianza, è qualcosa che si è verificato diverse volte in passato e sarà destinato a verificarsi di nuovo anche altrove e, soprattutto, a livello nazionale.

Ci riferiamo alla cesura radicale che esiste tra gli interessi quotidiani della gente comune e gli pseudo-diritti ideologici che la parte maggioritaria della sinistra presenta come “necessari”.

Che dire? Ci auguriamo che la sinistra continui su questa strada, così non toccherà palla per i prossimi 15 o 20 anni.

Dall’altra parte dello schieramento, però, è ora di passare all’attacco.

Quando ci siamo recati alle urne non abbiamo dato assegni in bianco a nessuno.

Vogliamo che il Governo inizi a promuovere misure importanti in difesa e a sostegno della vita, per affrontare con coraggio la battaglia demografica.

È necessario ridurre le tasse alle famiglie e investire sulla prima cellula della società non con le solite mancette, ma con investimenti che ricadano in maniera sensibile nelle tasche delle giovani famiglie italiane.

E questo si può fare, perché se non si trovano fondi per le famiglie (che, per inciso, significa anche crescita del Pil), ovvero per il futuro della società, non vedo per cosa si debbano trovare…

Diamoci una svegliata!

Noi di Generazione Voglio Vivere saremo qui, come sempre, a vigilare e a dire tutto ciò che è necessario dire, senza infingimenti e timori.

Perché sono libero e siamo liberi anche grazie al tuo sostegno, e questo ci permette di non essere schiavi di nessuno.

Anche per questo ti chiediamo di sostenere moralmente e materialmente l’attività che portiamo avanti quotidianamente, invitandoti inoltre a lottare insieme a noi per il futuro dei tuoi figli e nipoti.

Vedrai che usciremo vittoriosi da questa sfida difficile ma entusiasmante.


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