La tragedia dell’utero in affitto
Nessuna cosa al mondo potrà cancellare la bellezza dell’ordine naturale.
La trentaduenne francese Olivia Maurel – che qualche giorno fa ha fatto visita al Papa, accompagnata dal marito – ce ne dà una bellissima testimonianza, anche se costellata da momenti assai difficili e bui.
La sua storia, infatti, non è come quella di molte altre sue coetanee, perché a 17 anni Olivia ha appreso di essere stata concepita tramite maternità surrogata. Notizia che le ha determinato importanti problemi psichici, facendole arrivare sull’orlo del suicidio.
“Voglio mettere in chiaro che io sono atea e femminista. E l’ho detto anche a lui (al Papa ndr). Per me è stato un po’ come incontrare un capo di Stato, lui è stato molto amichevole e simpatico”.
Ha affermato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, rivelando che la prova definitiva del suo convincimento l’ha avuta un paio d’anni fa, dopo essersi sottoposta al test del DNA.
“Depressione, alcolismo, droghe, tentativi di suicidio. Ne ho passate di tutti i colori – ha affermato la giovane donne –. Ancora oggi che ho un marito e tre figli sono seguita da uno psicanalista. Ho dovuto affrontare i problemi di identità causati dal fatto di non conoscere le mie origini. È importante sapere da dove vieni. Oggi con la maternità surrogata finisci con l’avere tre madri: quella che porta avanti la gravidanza, quella che ha venduto i suoi ovuli e la madre che ti ha cresciuto. È orribile”.
Secondo Olivia, la maternità surrogata dovrebbe essere considerata un “reato universale”, come sta cercando di fare il Governo di Giorgia Meloni. “Tornano con il bambino in braccio e mettono lo Stato davanti al fatto compiuto. Non è così che si fa. Quindi la legge italiana è un ottimo punto di partenza ma l’obiettivo è il bando universale”, ha osservato la donna.
“La ragione principale per cui sono contro la maternità surrogata è che i bambini non possono essere comprati. È contro qualsiasi principio etico. Io capisco che ci siano persone che soffrono di infertilità e che desiderano avere un bambino. Le capisco, so quanto sia difficile. Ma non è che siccome tu hai un desiderio devi calpestare i diritti delle donne e dei bambini. Non è un diritto avere un figlio”.
Dinanzi alla domanda dell’intervistatore, che le faceva notare che vi sono associazioni che si battono per la legalizzazione della maternità surrogata, e che portano come esempi positivi le storie di persone che hanno avuto, a differenza sua, una vita felice, Olivia risponde con un esempio davvero forte ma fermo.
“Voglio dire anche durante la schiavitù potevi incontrare schiavi felici ma a un certo punto abbiamo detto: no questo è sbagliato. Non è etico. Eppure ancora oggi ci sono 36 milioni di schiavi nel mondo. La surrogazione di maternità non sarà mai etica perché sfrutta la donna e mercifica il bambino”.
Olivia Maurel è tra le promotrici della Dichiarazione di Casablanca,
firmata a marzo dello scorso anno da un centinaio di personalità, tra
medici, giuristi, psicologi e sociologi, di 75 nazionalità diverse, per chiedere l’abolizione internazionale della pratica.
Lo scorso fine settimana, un cospicuo numero di loro e la stessa
Olivia Maurel si sono ritrovati all’Università Lumsa di Roma, in
occasione della Conferenza internazionale per l’abolizione universale
della maternità surrogata.
All’evento ha partecipato anche la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, la quale ha affermato che “entro la fine dell’anno avremo la legge che definisce la surrogazione di maternità reato universale”.
Ti consigliamo di meditare attentamente le parole di questa giovane donna non credente, che sulla sua pelle ha sofferto enormemente e continua ancora oggi a lottare contro la mercificazione del corpo della donna e dei bambini.
Nella speranza che la surrogazione di maternità diventi presto reato universale, ti chiediamo di aiutarci a portare avanti questa battaglia di civiltà, unendoti ai nostri sforzi e sensibilizzando quante più persone conosci, riguardo questa pratica disumana.
Ricorda che possiamo contare soltanto sul tuo aiuto e sulla tua voglia di lottare.