
L'aumento dell'eutanasia nei Paesi Bassi: un segnale d'allarme!
Nei Paesi Bassi, la pratica dell'eutanasia ha raggiunto proporzioni allarmanti, con quasi 10.000 persone che hanno scelto di porre fine alla propria vita nel 2024.
Questo fenomeno non solo testimonia una crescente accettazione di una "dolce morte", ma solleva gravi interrogativi sul futuro della medicina e dei diritti umani.
Il sistema olandese, che ha legalizzato l'eutanasia nel 2002, ci mostra una realtà inquietante: un sistema che, pur sotto il controllo di comitati di revisione, rischia di scivolare sempre più verso una normalizzazione della morte assistita.
Il numero crescente di persone che ricorrono all'eutanasia non può essere ignorato. Con un aumento del 10% in un solo anno, la domanda di "morte dignitosa" sta diventando un'abitudine sociale che potrebbe estendersi a una parte sempre maggiore della popolazione.
Il dato che più preoccupa è l'incremento delle richieste di eutanasia tra i giovani, soprattutto quelli con malattie psichiatriche.
In Olanda, l'eutanasia per disturbi psicologici è un fenomeno in crescita: nel 2024, 219 persone hanno scelto di porre fine alla propria vita a causa di malattie psichiatriche, un numero che era di soli 2 casi nel 2010.
Come possiamo, come società, permettere che persone in età giovanile, con menti ancora in formazione, possano prendere una decisione così drammatica?
L'eutanasia, in nome della "dignità" e del "diritto alla morte", rischia di cancellare il nostro più grande diritto: il diritto alla vita. Ogni passo verso la legalizzazione dell'eutanasia, anche nei minori, segna una frattura con i valori fondamentali della nostra società.
Dobbiamo intervenire, riflettere e garantire che ogni individuo, specialmente i più vulnerabili, venga protetto, non solo fisicamente ma anche psicologicamente.
In Italia, come in altre nazioni, la possibilità che l'eutanasia possa essere legalizzata è una preoccupazione concreta.
Per questo, è il momento di alzare la voce, di difendere con forza la vita in ogni sua forma e di opporsi fermamente a una cultura che considera la morte come una via di fuga dalla sofferenza. La nostra società ha il dovere di investire nella cura, nel supporto psicologico, nell'affetto, e soprattutto nella speranza.
Non possiamo permettere che la "dolce morte" diventi la norma. La vita è un bene prezioso: difendiamola con ogni forza!