L’autodeterminazione e la negazione della realtà

L’autodeterminazione e la negazione della realtà

Una sentenza del Tribunale di Trapani ha stabilito che la presenza dell’organo sessuale maschile non è di impedimento alla percezione di sé come donna.

Nel caso esaminato dal tribunale siculo, ciò significa che Emanuele (un uomo di 53 anni) “potrà diventare Emanuela” davanti allo Stato, senza esser ricorso né ad intervento chirurgico né a terapia ormonale, come prevede invece la normativa di riferimento in materia, ovvero la l. n. 164/1982.

Tutto ciò, in virtù di una sentenza della Corte di Cassazione del 2015 (n. 221), che ha eliminato la necessità dell’operazione chirurgica, ma non della terapia ormonale di transizione. Sulla stessa linea d’onda si è espressa anche la Corte Costituzionale, nel medesimo anno.

Con la sentenza del Tribunale di Trapani accade invece che vi è un superamento anche del requisito del trattamento ormonale.

Per cui, purché ci si “senta” o ci si “percepisca” uomo o donna, non ha alcuna importanza l’operazione chirurgica o il trattamento ormonale.

Vedi, ti diciamo tutto questo non perché reputi che l’operazione chirurgica e il trattamento ormonale “sanino” una situazione che evidentemente è “insanabile” per natura.

Ma perché tale situazione ci aiuta a farti comprendere come l’evoluzione giurisprudenziale stia seguendo dei percorsi che definire “senza senso” risulta persino eufemistico. Si tratta di strada semplicemente suicide e nichiliste.

Stanno costruendo un mondo ove non è vi è più certezza di nulla: l’unica cosa che conta ormai è l’autodeterminazione dell’individuo, che dal mattino alla sera – in base a come si sveglia, in base a come si “sente” o si autopercepisce – deve essere “tutelato” dall’ordinamento.

E ricordati che un diritto così concepito diviene creatore della morale, per cui risulta intrinsecamente giusto fare ciò che la legge prevede, intrinsecamente sbagliato ciò che la legge proibisce di fare, senza la necessità di porsi altre ed ulteriori domande.

Ci interesserebbe però conoscere la tua opinione: dicci cosa ne pensi di questa storia.

Vedi, se vogliamo tentare di invertire la rotta, ebbene questo passo non può che partire da una efficace e capillare opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica che faccia pressione sulla politica.

Non vi sono altre strade, purtroppo. Anche per questa ragione il tuo impegno e la tua opera risultano essere fondamentali.

Ti chiediamo perciò di darci una mano per difendere il futuro dei tuoi figli e nipoti.


Dona