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L’indottrinamento Lgbt nelle scuole francesi è ormai realtà. Ed in Italia…
Siamo convinti che in Francia la rivoluzione non sia finita. Non certo al termine del XVIII secolo, come i libri di storia vorrebbero farci credere.
Ascolta, facciamo quattro conti: da là provengono violenze nelle banlieue ed attentati jihadisti. Ma non è questo il peggio, poiché questi sono pericoli esterni, per così dire “importati”.
Da là, soprattutto, giungono l’aborto come “diritto” nella Costituzione, l’abolizione dei simboli religiosi ed il peggiore laicismo anticattolico. E questi sono invece pericoli interni, congeniti.
Ed ora la nuova frontiera: la corruzione della purezza dei più piccoli. Come? A scuola.
Il ministro dell’istruzione francese, Élisabeth Borne, donna che ha le proprie origini politiche a Sinistra, ha potenziato la cosiddetta “educazione sessuale” in tutte le scuole, di ogni ordine e grado.
Ed a chi ha affidato questo delicatissimo compito? Ad una Ong femminista, la Hear Her Stories. Che possiamo ben intuire quale impostazione abbia!
Tale Ong ai bimbi di 4 anni – dicasi 4 anni! – spiega i nomi scientifici degli organi sessuali ed il principio del libero consenso.
A quella tenerissima età i piccoli non hanno neanche idea di cosa si stia loro parlando. E non si pongono minimamente quelle domande.
Domande, cui in ogni caso dovrebbero essere i genitori a rispondere. Al momento giusto e con i giusti argomenti, quelli dettati dalla sana dottrina. Ma senza bruciare forzatamente le tappe.
Invece no. In Francia si vuole correre. Così a 13 anni - altra fascia di età particolarissima -, questa Ong vuole spiegare ai ragazzi l’ideologia Lgbt.
Tradotto significa: sesso biologico, gender, orientamento sessuale, omosessualità e transessualità. Che non sono né prioritari, né morali a nessuna età, figuriamoci in piena adolescenza!
A 16 anni invece nelle aule francesi s’imparerà a criticare gli “stereotipi di genere”, così da poter distruggere del tutto quell’educazione domestica, che eventualmente i genitori volessero impartire.
Mostruoso! Come possiamo restare in silenzio di fronte ad un simile orrore?
È assolutamente urgente reagire. Mobilitando quanta più gente possibile, per rendere la nostra protesta ancora più forte.
Sono due gli strumenti, che abbiamo a disposizione, entrambi efficaci.
Il primo consiste nel sottoscrivere, se non l’hai ancora fatto, la petizione promossa in merito da Generazione Voglio Vivere.
Il secondo consiste nell'ampliare la nostra vasta campagna di sensibilizzazione, utilizzando Facebook, un mezzo sicuro, veloce ed efficace.
Vorremmo poter coinvolgere tutti gli iscritti a questo social, ma ciò ha un costo, che da soli non riusciamo a sostenere. Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!
È importante ed urgente, perché ciò che accade oggi in Francia, domani potrebbe accadere anche in Italia. È già successo, ricordi?
Il ddl Zan di triste memoria riguardava «misure di prevenzione e contrasto della discriminazione per motivi fondati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere».
All’art. 8 prevedeva una «strategia nazionale» per «l’individuazione di misure relative all’educazione e all’istruzione». Vale a dire l’indottrinamento Lgbt nelle scuole.
Bocciato poco più di tre anni fa dal Senato, il ddl è stato ripresentato tale e quale dal Pd, assolutamente identico, sette mesi dopo.
Vedi, il pericolo è dietro l’angolo! Per questo noi dobbiamo urlare a voce alta il nostro “no” contro questo tipo di operazioni, gravemente diseducative e immorali.
Minacciano la purezza dei nostri figli! Tuttavia, la protesta è un’arma molto potente per fugare questo pericolo.
L’esempio della Disney rende evidente tutto ciò. Ricordi senz’altro come in un recente passato i vertici di questa potente azienda dell’intrattenimento avessero sposato i temi gender.
Dopo i primi film di animazione e le prime serie tv con protagonisti Lgbt, è scoppiata la rivolta dei dipendenti e delle famiglie. I loro prodotti facevano fiasco ai botteghini ed in termini di ascolti.
Alla fine si sono convinti a cambiar rotta e ad abbandonare le “stravaganze” arcobaleno. L’avvento di Trump alla Casa Bianca ha sancito definitivamente il ritorno al buon senso.
Prova ne sia la nuova serie animata di casa Disney, Win or Lose, prodotta dalla Pixar. Prevedeva un personaggio transgender tra i protagonisti.
Il personaggio è rimasto, ma tutti i riferimenti alla sua identità di genere sono spariti, rimossi. È decisamente un passo compiuto nella giusta direzione.
Un portavoce dell’azienda ha dichiarato che devono essere i genitori a decidere se, come e quando discutere di certi argomenti con i propri figli. Si tratta di un chiaro e netto dietrofront.
Vedi? La protesta paga. Solo alzando la voce e facendoci sentire possiamo ottenere risultati concreti ed evitare la deriva morale, cui oggi stiamo assistendo.