L’Italia non discrimina nessuno, difende la realtà!
Ma di cosa stiamo parlando?
Secondo la ‘Rainbow map’ (mappa Arcobaleno 2024), pubblicata da Ilga Europe, branca europea dell’associazione internazionale Lesbiche, Gay, Trans e Intersessuali, l’Italia scende al 36° posto in classifica (dietro l’Ungheria di Viktor Orban), per quel che concerne le leggi e le politiche che hanno un impatto diretto sui diritti umani delle persone LGBTI.
La classifica comprende 49 Paesi europei ed asiatici ed è stilata sulla base 75 criteri, divisi in sette categorie principali:
1. uguaglianza e non discriminazione
2. famiglia
3. crimini generati dall’odio e hate speech
4- riconoscimento legale del genere
5. integrità corporea intersessuale
7. spazio della società civile e diritto di asilo.
Le categorie dove l’Italia risulterebbe “discriminatoria” sono soprattutto le prime due, quelle relative ai campi dell’‘uguaglianza e non discriminazione’ e della ‘famiglia’.
Secondo la ‘Rainbow map’, infatti, l’Italia non avrebbe una efficace legislazione antidiscriminatoria e sarebbe priva di politiche pro-LGBT.
Lo ‘spazio nella società civile’, viceversa, sarebbe pieno (100%). Almeno questo.
Però, evidentemente, non significa poi granché, giacché “i crimini d’odio anti-LGBT, tra cui stupro, aggressione, omicidio e percosse, sono continuati e si sono intensificati da quando il governo Meloni è salito al potere”, ricorda la Rainbow map.
Senza dimenticare che “l’incitamento all’odio continua ad essere un problema serio in Italia e apertamente perpetuato dal governo di Giorgia Meloni, che ha promesso di affrontare le cosiddette ‘lobby LGBT’ e ‘l’ideologia gender’. La stessa Meloni ha fatto diversi commenti ostili”, si legge nel campo relativo alla ‘bias-motivated speech’ (discorso motivato da pregiudizi).
E quindi? Detto questo, cosa bisognerebbe fare con questa benedetta Italia e con questi benedetti italiani, persone in massima parte “retrogradi e assai conservatori”?
Cosa bisognerebbe fare con questa Italia, unico Paese dell’Europa occidentale a fare coppia fissa con i Paesi “oscurantisti” dell’Europa orientale?
Molto facile. Metterla all’indice, assediarla psicologicamente, soprattutto adesso che ha al governo un politico di destra e, per giunta, pure donna! Che, per costoro, equivale a rovinare l’immagine che hanno costruito per anni, parliamoci chiaro.
Classifiche come questa contribuiscono in verità a far comprendere soltanto una cosa. Ossia, che siamo sotto una cappa sotto cui infilare tutte i possibili ed improbabili sofismi ideologici, dietro cui nascondere rivendicazioni folli.
Dietro cui nascondere ideologie pericolose, come l’ideologia gender, le quali non rappresentano altro che il manifestarsi sotto nuove forme dell’“antichissima
tentazione dell’essere umano che si fa Dio ed entrare in concorrenza con il vero Dio dell’amore rivelatoci dal Vangelo” (Dicastero per la Dottrina della Fede, Dignitas infinita).
Come abbiamo sempre detto e come abbiamo sempre sottolineato: è necessario condannare ogni forma di violenza e ingiusta discriminazione ai danni delle persone LGBT, le quali, come ricorda il Catechismo, “devono essere accolte con rispetto, compassione, delicatezza” (n. 2358).
Detto questo, nessuna classifica al mondo ci convincerà del fatto che il rispetto dell’ordine e della legge naturale sia una forma di discriminazione. Al contrario, saremo sempre convinti del fatto che esso sia l’unica e reale condizione di libertà.
Ecco la ragione per la quale ti invitiamo ad affermarlo con forza e a lottare al nostro fianco contro questa campagna di pressione condotta ai danni di chi non si arrende all’omologazione della lobby LGBT.