L’Onu, il nuovo Leviatano che promuove aborto e ideologia Lgbt

L’Onu, il nuovo Leviatano che promuove aborto e ideologia Lgbt

I dati parlano chiaro.

Negli ultimi quarant’anni le pressioni esercitate dalle Nazioni Unite sugli Stati membri a favore di aborto e ideologia Lgbt sono aumentate in modo impressionante.

Lo ha rivelato, cifre alla mano, un’indagine, condotta da C-Fam-Centro per la Famiglia ed i Diritti Umani. Eppure l’Onu non è stata fondata per questo, quel 26 giugno del 1945…

Come recita l’art. 1 del suo Statuto, venne istituita ufficialmente per «mantenere la pace e la sicurezza» e per «conseguire la cooperazione internazionale». Nient’altro.

Come si è giunti allora fino a questo punto? Intendiamoci: nei trattati fondamentali sui diritti umani non si fa cenno ad aborto e gender.

Ma li si ritrova in tutte le revisioni delle intese redatte dalle agenzie e dagli organismi dell’Onu coi singoli Paesi.

Certo, di per sé non si tratta di osservazioni vincolanti. Di fatto, però, molti, troppi tribunali se ne sono serviti per modificare le normative nazionali.

È evidente. Le lobby si sono infiltrate negli ingranaggi delle Nazioni Unite e ne hanno snaturato ragioni, programmi e fini.

Partiamo dall’aborto. Nel 1979 l’Assemblea Generale dell’Onu adottò la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, in sigla Cedaw.

Tale Convenzione entrò in vigore il 3 settembre 1981. Subito dopo qualsiasi riesame di accordi e trattati iniziò ad includere la richiesta, sempre più esplicita, di legalizzare l’aborto.

Questo è avvenuto sino al 1994. Quell’anno, al Cairo, si è tenuta la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo. E nulla è stato più come prima...

Subito l’Onu ha esortato espressamente le donne della Colombia a scendere in piazza ed a lottare per ottenere il “diritto” ad uccidere i propri figli in grembo.

Questo venne presentato come il mezzo più sicuro ed efficace per ridurre – si disse - la mortalità materna causata dagli aborti clandestini.

L’anno dopo, nel 1995, fu la volta del Perù, cui fu chiesto di riformulare la legge vigente in materia, ampliando le eccezioni per motivi di salute.

Fu messa a punto dall’Onu una strategia a tenaglia. Sono stati diversi, infatti, i documenti, con cui si cominciò a stringere la morsa attorno alle proprie prede.

Contemporaneamente al Cedaw, venne redatto l’ICCPR ovvero il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, monitorato dal Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Nel 1998 si sono fatte pressioni sulla Tanzania, affinché rendesse più permissiva la propria legge sull’aborto. L’anno dopo è toccato al Cile, dove ancora era vietato uccidere figli in grembo.

Nell’ultimo decennio, le interferenze si sono progressivamente intensificate, al punto che nel 2003 oltre il 90% delle revisioni promosse dal Cedaw includeva richieste relative all’aborto.

Nel 2022 persino l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo ha incluso espressamente tra i “diritti” umani.

Tutto questo è avvenuto in modo assolutamente discreto e silenzioso, nella penombra di trattati ed accordi, per via diplomatica, coi guanti bianchi insomma. Ma è avvenuto.

Non possiamo più tollerare tutto questo. È una presa in giro, costata già ogni anno la vita di circa 44 milioni di bambini, ammazzati nel luogo più sicuro al mondo, il grembo delle loro madri!

L’omertà con cui i media circondano queste notizie è assolutamente complice ed egualmente responsabile. Per questo spetta a noi fare ciò che gli altri non fanno ovvero informare!

È assolutamente urgente promuovere una vasta campagna di sensibilizzazione e, per questo, intendiamo servirci dei social, che sono il mezzo più veloce per contattare tanti in poco tempo.

Ma hanno un costo, che da soli non riusciamo a sostenere. Per questo, abbiamo bisogno del tuo aiuto!

È fondamentale, poiché ciò che è avvenuto con l’aborto, oggi sta avvenendo anche con l’ideologia Lgbt. Ha cominciato a diffondersi più tardi, ma anche più velocemente.

Nel 2023 tutti i rapporti del Comitato per i Diritti Umani dell’Onu includevano già precise raccomandazioni a favore della depenalizzazione dell’omosessualità.

Si è cominciato a far pressioni, affinché le leggi antidiscriminazione tutelassero il gender, furono promosse campagne di sensibilizzazione pubblica.

Poi si pretese il riconoscimento legale del cambio di sesso, si invocarono le “nozze” gay e l’adozione tra persone dello stesso sesso, come è avvenuto in Bulgaria nel 2018.

L’anno dopo la stessa “raccomandazione” sulle adozioni è toccata al Pakistan, “reo” d’aver varato normative atte a criminalizzare l’assistenza sanitaria legata al “cambio” di sesso.

La procedura è la stessa. Oggi le Nazioni Unite sono irriconoscibili. Il loro volto è completamente sfigurato. Sono divenute cassa di risonanza dei peggiori attacchi alla Vita ed alla Famiglia.

Promuovono pratiche e stili di vita assolutamente immorali e contrari al Catechismo della Chiesa Cattolica, il che rende la nostra anche una battaglia per la Fede!

Aiutaci, con la tua migliore offerta, a far sapere tutto questo, promuovendo una vasta campagna d’informazione via social.

Non vogliamo che l’Onu diventi il nuovo mostro Leviatano, incarnazione del caos e simbolo di una nuova dittatura assolutistica!

 

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