Meloni: le prime vittime dell’ideologia gender sono le donne!

Meloni: le prime vittime dell’ideologia gender sono le donne!

«Le prime vittime dell'ideologia gender sono le donne», ha dichiarato la premier Giorgia Meloni in un’intervista rilasciata alla rivista “Grazia”.

«Sono una donna con un sesso scelto dalla natura o da Dio. Sono una madre, oggi la mia identità è minacciata dall’ombra di un “arcobaleno” che, dietro la retorica dell’inclusione, cancella la specificità femminile», ha aggiunto il Presidente del Consiglio, durante l’intervista rilasciata alla direttrice Silvia Grilli («Chi è più donna tra Schlein e Meloni»: l’editoriale di Silvia Grilli - Grazia.it).

Secondo Giorgia Meloni, l’ideologia gender colpisce la femminilità considerata nella sua essenza e in quanto «radicata nei corpi».

«si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l'essenza, la differenza», ha osservato la premier.

Di recente, fra l’altro, è stato pubblicato un libro curato dalla prof.ssa Giorgia Salatiello (Università Gregoriana) e da Padre Alberto Carrara, che raccoglie contributi di diversi studiosi e che si occupa proprio di questa specifica tematica evidenziata da Giorgia Meloni, dal titolo Neurobioetica e differenza sessuale (Editori Riuniti, Roma 2022).

Posizione – quella della Meloni – condivisa da una parte, sia pur minoritaria, del mondo femminista, rappresentata dall’associazione ArciLesbica.

La presidente, Cristina Gramolini, si è infatti detta d’accordo, almeno in parte, con le posizioni espresse dalla premier.

«Concordo con il fatto che – ha osservato Gramolini - non si può saltare il corpo sessuato, cioè non si è donna essendo di sesso maschile per la sola autodichiarazione, questo nuocerebbe alla realtà e alle donne, ad esempio negli sport femminili o nelle politiche di pari opportunità».

D’altra parte, però, – ha continuato la presidente di ArciLesbica – «l'ideologia gender è giusta quando si dice che si è uomini e donne nel tempo in modi diversi, che non è naturale la maschilità e la femminilità, mentre è naturale il corpo femminile e maschile. I ruoli sessuali sono storici, i corpi sono naturali».

Le dichiarazioni della Gramolini hanno fatto letteralmente infuriare la parte maggioritaria del variegato universo femminista e le associazioni LGBTQ+, come testimoniano le parole di una militante dell’associazione Non Una di Meno, che all’Ansa ha affermato:

«Non mi stupisce che una parte di femminismo sia in sintonia con Meloni perché storicamente esclude e non riconosce le donne trans come donne. Questo però non è il nostro femminismo» (Meloni: 'L'ideologia gender andrà a discapito delle donne' - Politica - ANSA).

O come si apprende dal portale Gay.it, in cui si legge:

«Da anni ArciLesbica è tagliata fuori dalla comunità LGBTQIA+, che non la riconosce più tra i propri rappresentanti per le sue posizioni transfobiche che colpiscono soprattutto le donne transgender» (ArciLesbica appoggia le dichiarazioni di Giorgia Meloni: le reazioni social - Gay.it).

Sta di fatto che le dichiarazioni di Giorgia Meloni arrivano nel momento più opportuno, soprattutto all’indomani dell’elezione di Elly Schlein (che si dichiara bisessuale e che convive con una donna) alla guida della principale formazione politica del centrosinistra.

Una nuova stagione di diritti e di libertà sarà al centro del suo impegno, ha dichiarato la Schlein, in occasione della sua vittoria.

Da parte nostra, ci attende una stagione di lotta per affermare le verità perenni inscritte nella nostra natura di uomini e donne.

Ti chiediamo di sostenere moralmente e materialmente i nostri sforzi.

Non prima però di essermi accodato al ringraziamento indirizzato alle donne, nella sua bellissima Lettera del giugno 1995, da parte di Giovanni Paolo II:

«Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani».

Aiutaci a ringraziarle quotidianamente, rendendo il giusto tributo ed onore alla loro dignità, contro i tentativi impliciti e surrettizi, di negar loro valore.

«Le prime vittime dell'ideologia gender sono le donne», ha dichiarato la premier Giorgia Meloni in un’intervista rilasciata alla rivista “Grazia”.

«Sono una donna con un sesso scelto dalla natura o da Dio. Sono una madre, oggi la mia identità è minacciata dall’ombra di un “arcobaleno” che, dietro la retorica dell’inclusione, cancella la specificità femminile», ha aggiunto il Presidente del Consiglio, durante l’intervista rilasciata alla direttrice Silvia Grilli («Chi è più donna tra Schlein e Meloni»: l’editoriale di Silvia Grilli - Grazia.it).

Secondo Giorgia Meloni, l’ideologia gender colpisce la femminilità considerata nella sua essenza e in quanto «radicata nei corpi».

«si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l'essenza, la differenza», ha osservato la premier.

Di recente, fra l’altro, è stato pubblicato un libro curato dalla prof.ssa Giorgia Salatiello (Università Gregoriana) e da Padre Alberto Carrara, che raccoglie contributi di diversi studiosi e che si occupa proprio di questa specifica tematica evidenziata da Giorgia Meloni, dal titolo Neurobioetica e differenza sessuale (Editori Riuniti, Roma 2022).

Posizione – quella della Meloni – condivisa da una parte, sia pur minoritaria, del mondo femminista, rappresentata dall’associazione ArciLesbica.

La presidente, Cristina Gramolini, si è infatti detta d’accordo, almeno in parte, con le posizioni espresse dalla premier.

«Concordo con il fatto che – ha osservato Gramolini - non si può saltare il corpo sessuato, cioè non si è donna essendo di sesso maschile per la sola autodichiarazione, questo nuocerebbe alla realtà e alle donne, ad esempio negli sport femminili o nelle politiche di pari opportunità».

D’altra parte, però, – ha continuato la presidente di ArciLesbica – «l'ideologia gender è giusta quando si dice che si è uomini e donne nel tempo in modi diversi, che non è naturale la maschilità e la femminilità, mentre è naturale il corpo femminile e maschile. I ruoli sessuali sono storici, i corpi sono naturali».

Le dichiarazioni della Gramolini hanno fatto letteralmente infuriare la parte maggioritaria del variegato universo femminista e le associazioni LGBTQ+, come testimoniano le parole di una militante dell’associazione Non Una di Meno, che all’Ansa ha affermato:

«Non mi stupisce che una parte di femminismo sia in sintonia con Meloni perché storicamente esclude e non riconosce le donne trans come donne. Questo però non è il nostro femminismo» (Meloni: 'L'ideologia gender andrà a discapito delle donne' - Politica - ANSA).

O come si apprende dal portale Gay.it, in cui si legge:

«Da anni ArciLesbica è tagliata fuori dalla comunità LGBTQIA+, che non la riconosce più tra i propri rappresentanti per le sue posizioni transfobiche che colpiscono soprattutto le donne transgender» (ArciLesbica appoggia le dichiarazioni di Giorgia Meloni: le reazioni social - Gay.it).

Sta di fatto che le dichiarazioni di Giorgia Meloni arrivano nel momento più opportuno, soprattutto all’indomani dell’elezione di Elly Schlein (che si dichiara bisessuale e che convive con una donna) alla guida della principale formazione politica del centrosinistra.

Una nuova stagione di diritti e di libertà sarà al centro del suo impegno, ha dichiarato la Schlein, in occasione della sua vittoria.

Da parte nostra, ci attende una stagione di lotta per affermare le verità perenni inscritte nella nostra natura di uomini e donne.

Ti chiediamo di sostenere moralmente e materialmente i nostri sforzi.

Non prima però di essermi accodato al ringraziamento indirizzato alle donne, nella sua bellissima Lettera del giugno 1995, da parte di Giovanni Paolo II:

«Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani».

Aiutaci a ringraziarle quotidianamente, rendendo il giusto tributo ed onore alla loro dignità, contro i tentativi impliciti e surrettizi, di negar loro valore.

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