Non cedere adesso!

Non cedere adesso!

Il cambiamento antropologico avanza lentamente anche nel nostro Paese.

Martedì la Corte Costituzionale si è pronunciata su un caso sollevato dal Tribunale di Bolzano riguardante la situazione di una donna 24enne nativa del capoluogo trentino.

Quest’ultima nel 2023 ha iniziato un percorso di transizione e ha fatto richiesta al Tribunale di Bolzano di poter cambiare nominativo sui documenti e, soprattutto, di essere registrata sotto il genere “altro”.

In Italia, però, secondo la legge non è possibile essere registrati in una “terza” categoria, al di fuori di quella maschile o femminile.

Il Tribunale trentino ha perciò sollevato la questione dinanzi alla Corte costituzionale, la quale ha respinto la richiesta poiché “l’eventuale introduzione di un terzo genere di stato civile avrebbe un impatto generale, che postula necessariamente un intervento legislativo di sistema, nei vari settori dell’ordinamento e per i numerosi istituti attualmente regolati con logica binaria”.

Tuttavia, come si comprende facilmente da queste righe e come si desume dalle motivazioni che la Consulta fornisce nella sentenza, la Corte ritiene inammissibile l’introduzione di un terzo genere per ragioni essenzialmente di natura organizzativa, motivo per cui chiama in causa l’intervento del legislatore.

La Corte infatti non ignora, anzi, riconosce il fatto che “la percezione dell’individuo di non appartenere né al sesso femminile, né a quello maschile – da cui nasce l’esigenza di essere riconosciuto in una identità “altra” – genera una situazione di disagio significativa rispetto al principio personalistico cui l’ordinamento costituzionale riconosce centralità (art. 2 Cost.)”.

Tanto è vero che la Consulta ha dichiarato al contempo l’illegittimità costituzionale della previsione normativa attualmente vigente (art. 31, comma 4 del decreto legislativo n. 150 del 2011), che prevede l’autorizzazione del giudice all’operazione di “adeguamento” dei caratteri sessuali.

“Potendo questo percorso compiersi già mediante trattamenti ormonali e sostegno psicologico-comportamentale quindi anche senza un intervento di adeguamento chirurgico, la prescrizione indistinta dell’autorizzazione giudiziale denuncia una palese irragionevolezza: in tal caso, infatti, un eventuale intervento chirurgico avverrebbe comunque dopo la già disposta rettificazione”, scrivono i giudici costituzionali.

Come leggere dunque questa sentenza della Consulta, da un punto di vista generale?

Purtroppo non è possibile dare un giudizio positivo. Il rigetto dell’ipotesi di introduzione di un terzo genere, né maschile né femminile, è da leggersi positivamente per quanto riguarda gli effetti immediati, ma dal punto di vista del merito si tratta di un riconoscimento di fondatezza giuridica che di fatto è già avvenuto.

Non a caso, è proprio a ragione del riconoscimento di una certa prassi che esiste nella società che si è dichiarata incostituzionale la norma che prevede l’autorizzazione giudiziale all’intervento per il cambiamento di sesso.

Questa sentenza dice però anche dell’altro.

Testimonia a noi che se in Parlamento certe leggi non vengono approvate, nonostante le mille sentenze “creative” che Tribunali e Corte costituzionale possono emettere, determinati stravolgimenti giuridici e antropologici di fatto non passano o quantomeno vengono fortemente rallentati.

D’altra parte, siamo perfettamente consapevoli, così come lo sei tu, che fare affidamento unicamente su questo tipo di strategia sia poco lungimirante e alla lunga persino deleterio.

Resto il fatto, però, che vi sono momenti in cui è necessario resistere ed altri in cui è necessario attaccare. Vedendo la direzione che sta prendendo la società occidentale, crediamo che ci stiamo spostando in maniera lenta ma costante verso un cambio di marcia importante.

Questo non implica comportarsi in maniera sprovveduta però, anzi. È necessario prestare la massima attenzione nel sondare ciò che accade e nel resistere più che si può in questa fase.

Ed ecco la ragione per cui ti chiediamo di unirti a noi e di contribuire a fare la tua parte. Serve il sostegno di più persone possibili per demolire le follie ideologiche che ci hanno imposto per anni ed iniziare finalmente a riedificare la società del futuro, una società fondata sul primato dei principi non negoziabili.



Attribuzione Immagine: Palazzo della Consulta, sede della Corte costituzionale, © Jastrow, Wikimedia
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