
Offensiva gender dell’UE: 1,5 miliardi per cancellare la famiglia!
L’Unione Europea sta lanciando un’offensiva ideologica senza precedenti: 1,5 miliardi di euro di fondi pubblici saranno destinati a finanziare l’espansione dell’ideologia gender sotto l’etichetta di “diritti” LGBTQ+.
A dichiararlo con tono trionfante è stata Hadja Lahbib, Commissaria europea per l’Uguaglianza, già ministra del governo socialista belga e nota oppositrice del premier ungherese Viktor Orbán, in occasione del Budapest Pride.
Secondo la strategia di Bruxelles, questi fondi andranno a rafforzare il potere di ONG ideologizzate, campagne scolastiche, progetti “contro l’odio” e attività educative che promuovono l’agenda LGBTQ+ in tutta Europa.
Non si tratta di generici finanziamenti ai diritti umani: la destinazione è chiara e dichiarata!
Ben 5.400 ONG risultano già registrate per accedere a queste risorse.
Tra queste, molte sono sostenute da colossi internazionali come la Open Society Foundations, e svolgono attività di lobbying per modificare norme, regolamenti e prassi sociali nei Paesi membri, aggirando la volontà democratica dei cittadini.
A rendere ancora più allarmante il quadro è il fatto che non esista, nello stesso bilancio europeo, alcun capitolo dedicato al sostegno concreto della famiglia naturale, alla natalità o al rafforzamento del ruolo educativo dei genitori.
Questo squilibrio ha suscitato riserve in 14 Stati su 27, preoccupati dalla centralizzazione dei fondi e dalla perdita di autonomia.
E mentre il 16 luglio Ursula von der Leyen presenterà il piano finanziario 2028–2034, il Parlamento europeo discute persino una mozione di sfiducia nei confronti della Commissione.
Bruxelles ha scelto da che parte stare: più soldi per il gender, zero per la famiglia!
Mentre in Europa si spalancano i cordoni della borsa per chi promuove confusione sessuale e decostruzione antropologica, in Italia si moltiplicano i segnali d’allarme.
A Cecina, una panchina “transgender” è diventata il simbolo di un attacco ideologico ai più piccoli. Installata vicino a un asilo e inaugurata con studenti adolescenti, la panchina è solo la punta dell’iceberg.
L’Amministrazione comunale, targata PD, ha aderito alla rete Re.A.Dy, promuovendo programmi scolastici fondati su teorie gender, che negano le differenze tra maschio e femmina, cancellano la Festa del Papà e introducono nelle scuole primarie contenuti destabilizzanti per la crescita psicoaffettiva dei bambini.
A Udine, si è tenuto un “laboratorio di inclusività” per bambini da 0 a 6 anni – sì, da zero anni – condotto da una drag queen nota come “Regina dei Dinosauri”, travestita da donna dentro un’ex chiesa.
Il tutto promosso come iniziativa culturale, all’interno di un ciclo di incontri del Museo di Storia Naturale. È normale travestire uomini da donne per leggere favole a bambini in età prescolare?
Per il consigliere comunale Giovanni Govetto e il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, NO. E hanno avuto il coraggio di dirlo!
Fedriga ha denunciato: «Non penso che questa sia educazione al rispetto, penso che sia l’introduzione di un’ideologia… Lasciamoli in pace, i bambini!».
Questa è la realtà che ci troviamo a fronteggiare! Una realtà in cui la Commissione europea scommette milioni su chi diffonde teorie che confondono le identità e minano la famiglia.
È tempo di dire basta alla colonizzazione ideologica! È in gioco il futuro dei nostri figli, la loro crescita serena, il loro diritto a un’educazione libera da pressioni.
Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione “Proteggiamo i nostri figli dall'indottrinamento ideologico!", promossa da Generazione Voglio Vivere.
Insieme, dobbiamo urlare il nostro NO all’intromissione dello Stato e delle istituzioni europee nell’educazione dei bambini, NO alla confusione tra i sessi, NO alla diffusione di contenuti inappropriati nelle scuole dell’infanzia e primarie.
Questa battaglia non si vince da soli! Per far conoscere la verità, per risvegliare le coscienze e contrastare il pensiero unico, abbiamo bisogno anche del tuo aiuto!
Stiamo portando avanti una vasta campagna di sensibilizzazione online, tramite Facebook, per raggiungere milioni di famiglie italiane. Ogni contributo, anche piccolo, può fare la differenza.
Aiutaci a difendere i bambini e la famiglia!
Non lasciamo che l’Europa trasformi l’innocenza dei nostri figli in campo di battaglia ideologica. È ora di scegliere da che parte stare!