Onu, Biden: “Permettiamo a LGBT di vivere liberamente”

Onu, Biden: “Permettiamo a LGBT di vivere liberamente”

In occasione dell’ultima Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che “il futuro sarà vinto da quei Paesi che sapranno liberare tutto il potenziale delle loro popolazioni”.

Ma a cosa fa riferimento il presidente statunitense quando parla di “potenziale”?

Ce lo dice qualche istante dopo, laddove auspica un futuro “dove gli individui della comunità LGBTQ+ vivono e amano liberamente senza essere presi di mira dalla violenza” (il discorso di Biden lo puoi trovare qui).

Peccato però che, in verità, tale “asserita” difesa e protezione dalla violenza (contro la quale sono il primo a schierarmi senza “se” e senza “ma”) si trasformi in realtà in una promozione aggressiva dei diritti LGBTQ+.

E ci teniamo a sottolineare particolarmente l’aggettivo “aggressiva”.

Infatti, il più delle volte, tale atteggiamento si esprime con forte veemenza retorica e spesso persino con aperta intolleranza, ai danni di chi legittimamente manifesta la propria contrarietà al pensiero LGBTQ+: che si tratti di una singola persona o di un Paese.

Immaginiamo che non ti sarai di certo dimenticato dell’intemerata, ad evidente scopo pubblicitario, che il premier canadese Justin Trudeau fece a Giorgia Meloni, proprio sui diritti LGBTQ+, a margine del G7 in Giappone.

E nonostante la premier italiana abbia negato, pare che una cosa simile sia accaduta durante la sua ultima visita a Washington, quando ad un certo punto Biden ha “sollevato la questione dei diritti LGBTQ+ (…) e ha espresso il proprio sostegno per l’uguaglianza di tutti gli individui”, come recita il breve comunicato che la Casa Bianca inviò al quotidiano La Repubblica.

Questi due esempi sono particolarmente esemplificativi del tipo di atteggiamento di colui che semplicemente non sa di cosa si sta parlando.

Nel caso di Trudeau, la presidente del Consiglio Meloni rispose in modo assai efficace in conferenza stampa, precisando che il premier canadese era in tutta evidenza “vittima di una fake news, di una certa propaganda che arriva (…) perché poi quando tu chiedi di entrare nel merito, di cosa parliamo... non si ha notizia di quali siano i temi sui quali uno dovrebbe essere preoccupato”.

Come vedi, queste parole più che di reali esigenze, sono frutto di una vuota ideologia e servono il più delle volte a prendere i facili applausi dei salotti televisivi e di qualche lobby.

Per tale motivo il nostro impegno non possono e non devono prescindere dal sottolineare tutto ciò, dall’evidenziare la fumosità di certe tesi e di determinati personaggi che se ne fanno loro alfieri.

A noi tocca smascherare queste narrazioni a cui non crede più nessuno; e facendo ciò, sia chiaro, non intendiamo minimamente legittimare qualche idiota isolato a commettere atti di violenza verbale o fisica ai danni di una persona omosessuale: ci mancherebbe.

Contro simili atti sono più intransigente di ogni altro e saremmo i primi a chiedere una punizione adeguata all’offesa impartita.

Ti chiediamo perciò di sostenerci moralmente e materialmente in questa opera difficile, vasta e contro lo spirito del tempo.

Opera, però, che mai come oggi siamo chiamati a compiere.


In occasione dell’ultima Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che “il futuro sarà vinto da quei Paesi che sapranno liberare tutto il potenziale delle loro popolazioni”.

Ma a cosa fa riferimento il presidente statunitense quando parla di “potenziale”?

Ce lo dice qualche istante dopo, laddove auspica un futuro “dove gli individui della comunità LGBTQ+ vivono e amano liberamente senza essere presi di mira dalla violenza” (il discorso di Biden lo puoi trovare qui).

Peccato però che, in verità, tale “asserita” difesa e protezione dalla violenza (contro la quale sono il primo a schierarmi senza “se” e senza “ma”) si trasformi in realtà in una promozione aggressiva dei diritti LGBTQ+.

E ci teniamo a sottolineare particolarmente l’aggettivo “aggressiva”.

Infatti, il più delle volte, tale atteggiamento si esprime con forte veemenza retorica e spesso persino con aperta intolleranza, ai danni di chi legittimamente manifesta la propria contrarietà al pensiero LGBTQ+: che si tratti di una singola persona o di un Paese.

Immaginiamo che non ti sarai di certo dimenticato dell’intemerata, ad evidente scopo pubblicitario, che il premier canadese Justin Trudeau fece a Giorgia Meloni, proprio sui diritti LGBTQ+, a margine del G7 in Giappone.

E nonostante la premier italiana abbia negato, pare che una cosa simile sia accaduta durante la sua ultima visita a Washington, quando ad un certo punto Biden ha “sollevato la questione dei diritti LGBTQ+ (…) e ha espresso il proprio sostegno per l’uguaglianza di tutti gli individui”, come recita il breve comunicato che la Casa Bianca inviò al quotidiano La Repubblica.

Questi due esempi sono particolarmente esemplificativi del tipo di atteggiamento di colui che semplicemente non sa di cosa si sta parlando.

Nel caso di Trudeau, la presidente del Consiglio Meloni rispose in modo assai efficace in conferenza stampa, precisando che il premier canadese era in tutta evidenza “vittima di una fake news, di una certa propaganda che arriva (…) perché poi quando tu chiedi di entrare nel merito, di cosa parliamo... non si ha notizia di quali siano i temi sui quali uno dovrebbe essere preoccupato”.

Come vedi, queste parole più che di reali esigenze, sono frutto di una vuota ideologia e servono il più delle volte a prendere i facili applausi dei salotti televisivi e di qualche lobby.

Per tale motivo il nostro impegno non possono e non devono prescindere dal sottolineare tutto ciò, dall’evidenziare la fumosità di certe tesi e di determinati personaggi che se ne fanno loro alfieri.

A noi tocca smascherare queste narrazioni a cui non crede più nessuno; e facendo ciò, sia chiaro, non intendiamo minimamente legittimare qualche idiota isolato a commettere atti di violenza verbale o fisica ai danni di una persona omosessuale: ci mancherebbe.

Contro simili atti sono più intransigente di ogni altro e saremmo i primi a chiedere una punizione adeguata all’offesa impartita.

Ti chiediamo perciò di sostenerci moralmente e materialmente in questa opera difficile, vasta e contro lo spirito del tempo.

Opera, però, che mai come oggi siamo chiamati a compiere.


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