
Ora anche l’ONU lancia l’allarme: la transizione di genere sui minori è violenza!
Non possiamo più tacere.
La pratica della transizione di genere sui minori – un processo che comporta l’uso di bloccanti della pubertà, terapie ormonali e persino interventi chirurgici – è una deriva ideologica che minaccia gravemente l’integrità fisica, psicologica e sociale dei bambini.
È un fenomeno che sta dilagando sotto l’insegna di una falsa inclusione, che cela in realtà una vera e propria violenza istituzionalizzata contro i più fragili.
Ora anche l’ONU rompe il silenzio!
Con un rapporto ufficiale pubblicato il 25 giugno, Reem Alsalem – Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro donne e ragazze – lancia un grido di allarme senza precedenti: la transizione nei minori è una forma di violenza fisica e psicologica, non un atto di inclusione.
La Relatrice denuncia chiaramente «infertilità, menopausa precoce, disfunzioni sessuali, perdita della capacità di allattare, peggioramento della salute mentale» come effetti documentati delle terapie, sottolineando che nessun bambino può dare un consenso realmente informato a simili interventi.
Nel paragrafo conclusivo del Rapporto, l’ONU chiede espressamente di vietare la transizione legale, sociale e medica nei bambini, dichiarando che l’esposizione a queste pratiche costituisce una violazione dei diritti umani.
Ma c’è un altro aspetto cruciale: la disinformazione. Gran parte dell’opinione pubblica ignora le conseguenze gravi e irreversibili che questi trattamenti possono comportare.
Per questo abbiamo lanciato una vasta campagna di sensibilizzazione online su Facebook, per informare famiglie, insegnanti e cittadini di ciò che sta realmente accadendo.
Aiutaci, con una donazione, a far emergere la verità! Ogni contributo ci aiuta a raggiungere più persone, a contrastare il silenzio e a difendere i più vulnerabili.
Anche dagli Stati Uniti arriva un segnale forte!
Il 18 giugno, la Corte Suprema americana ha confermato la legittimità della legge del Tennessee che vieta la somministrazione di terapie di transizione di genere ai minori, aprendo la strada a oltre 20 stati che già hanno approvato normative simili.
La legge vieta trattamenti anche per chi si identifica come transgender, stabilendo che la tutela dei minori viene prima dell’ideologia.
Le parole della presidente della Human Rights Campaign, che ha definito la sentenza “un colpo devastante”, mostrano il clima acceso del dibattito.
Ma sono anche la dimostrazione di una verità scomoda: chi si oppone all’ideologia di genere viene sistematicamente etichettato come “transfobico”, “fanatico” o “odiatore”, come documentato dalla stessa Relatrice ONU.
E in Italia?
Nel nostro Paese, il fenomeno della transizione di genere nei minori non ha ancora raggiunto i livelli degli Stati Uniti, ma il pericolo è reale.
Alcuni centri specializzati, soprattutto in ambito ospedaliero e universitario, hanno avviato protocolli che includono bloccanti della pubertà e terapie ormonali anche su adolescenti.
Esiste inoltre una spinta culturale e mediatica, soprattutto nei contesti scolastici e sociali, a validare e incoraggiare il cambiamento di genere anche in età precoce, senza adeguata valutazione psicologica e senza trasparenza sugli effetti a lungo termine.
Il vuoto normativo, unito alla pressione di certe lobby ideologiche, rischia di spalancare la porta a scelte irreversibili fatte in età in cui l’identità è ancora in formazione.
Per questo, è il momento che anche l’Italia prenda una posizione chiara, seguendo l’esempio dell’ONU e della Corte Suprema USA.
I bambini non sono un campo di sperimentazione ideologica. Sono persone in formazione, che vanno protette con cura e responsabilità.
Aiutaci a far sentire questa voce forte e chiara in tutta Italia!
Dona ora per sostenere la nostra campagna informativa online: ogni euro può contribuire a salvare un bambino da una scelta irreversibile.
Tutelare i minori significa dire NO alla transizione di genere infantile!
Dio ci affida i bambini per custodirli, non per trasformarli. Chi tace di fronte a questa deriva tradisce il mandato sacro di proteggere l’innocenza.