Psicanalisti, disforia di genere infiltrata da ideologia

Psicanalisti, disforia di genere infiltrata da ideologia

Nei giorni scorsi 12 associazioni di esperti (tra cui pediatri, endocrinologhi, andrologi, diabetologi, neuropsichiatri) hanno diramato una nota per fare chiarezza in merito all’impiego del farmaco della triptorelina sugli adolescenti.

Ti ricordiamo che la triptorelina è un farmaco che blocca la pubertà e viene somministrato a quei minori che presentano la cosiddetta “disforia di genere”, ossia un malessere che viene percepito dalla persona che non si identifica con l’identità sessuale biologica.

“La triptorelina – affermano gli esperti – è un bloccante transitorio e reversibile della pubertà, è un farmaco salva-vita nei giovanissimi transgender e gender diverse, prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, il cui scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma dare tempo ai giovani sofferenti e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature, impedendo stigma sociale, autolesionismi e suicidi”.

La decisione di scrivere una nota di chiarificazione giunge dopo l’interrogazione parlamentare del capogruppo alla Camera di Forza Italia Maurizio Gasparri, e dopo l’ispezione all’ospedale Careggi di Firenze ordinata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, per verificare i “percorsi relativi al trattamento dei bambini con disforia di genere e all’uso del farmaco triptorelina”.

A queste due prese di posizione, ha fatto seguito – alcuni giorni fa – quella del presidente della Spi-Società psicoanalitica italiana Sarantis Thanopulos, assai interessante e altamente chiarificatrice.

“La pubertà è un processo di trasformazione molto forte – dal corpo neutro al corpo sessualizzato – che nei bambini e bambine può generare grosse difficoltà – osserva Thanopulos in un’intervista rilasciata a “il Fatto Quotidiano”.

“(…) Sappiamo che solo una minima percentuale dei minori con disforia di genere conferma l’incongruenza nell’adolescenza. E che il nostro corpo ha una plasticità, conserva una parte maschile e una parte femminile.

Se blocchi lo sviluppo puberale non crei un uomo o una donna: per arrivare all’acquisizione di una identità di genere la pubertà deve essere vissuta – sottolinea il presidente degli psicanalisti italiani.

E bloccarla ha delle controindicazioni: non porta per esempio a un’evoluzione che riguardi anche la sfera della soddisfazione sessuale. Inoltre a volte si possono confondere depressione, psicosi, disturbi dello spettro autistico, ansia o ideazioni suicidarie con questa condizione.

Un percorso che porta alla transizione prima che questa si sia compiuta e stabilizzata psichicamente è rischioso.
Porta a modifiche del proprio corpo delle quali ci si può pentire”.


La situazione in cui ci troviamo – afferma il presidente della Società psicanalitica italiana – è assai rischiosa, perché la questione che ruota attorno alla disforia di genere è “infiltrata dall’ideologia” e poco o nulla ha di scientifico.

“Sta passando l’idea che con un trattamento medico puoi diventare altro.
– osserva Thanopulos – Siamo di fronte a una tendenza all’industria della trasformazione, sorretta anche da interessi economici molto forti da parte delle case farmaceutiche, che minaccia l’equilibrio delle nostre relazioni.”


L’industria della trasformazione può portare a situazioni estreme, come quella accaduta all’Università di Angers, in Francia, dove le studentesse hanno l’obbligo di definirsi “persone mestruate” e non più donne.

“Si sposta l’attenzione dal piacere a una funzione fisiologica del corpo. – osserva Thanopulos – E in questo c’è anche un attacco alla sessualità femminile. Siamo di fronte a una cattiva religione per costruire nuove categorie di essere umani. Affrontiamo il tema delle persone transgender come fossero piloti di una nuova umanità (…)”.

Le parole del presidente della Società psicanalitica italiana sono molto forti ma estremamente chiare.

E, oggi più che mai, serve esattamente questo: la chiarezza.

Condividiamo perfettamente con il professore che oggi, quando si parla di argomenti come questi, ci troviamo esattamente alle prese con una “cattiva religione” che ha come obiettivo quello di “costruire nuove categorie di esseri umani”.

Come ti dicevamo, il punto è che molti discorsi che ci vengono propinati di scientifico non hanno assolutamente nulla; come, del resto, lo stesso “approccio affermativo” dimostra ampiamente.

Queste notizie, queste parole del professor Thanopulos noi dobbiamo diffonderle, farle conoscere, sbandierarle ai quattro venti.

Notizie come queste, infatti, non hanno alcuna copertura mediatica sulla grande stampa e sulle reti televisive (e non c’è affatto da stupirsene).

È necessario, quindi, attraverso il passaparola e la condivisione con parenti, amici e conoscenti, che una volta per tutte vengano smontate le perniciose narrazioni con cui veniamo bombardati quotidianamente.

Per fare tutto questo, però, il tuo impegno è fondamentale. Dacci una mano morale e materiale a diffondere queste notizie in modo sempre più capillare ed efficace.


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