Quando l’inclusività diventa abuso: lo scandalo dei campi estivi in Spagna

Quando l’inclusività diventa abuso: lo scandalo dei campi estivi in Spagna

In Spagna, nei Paesi Baschi, è emerso l’ennesimo episodio che mostra dove porta l’ideologia gender quando viene imposta ai minori.

Durante un campo estivo a Bernedo, ragazzi e ragazze tra i 13 e i 15 anni sarebbero stati costretti a spogliarsi e fare la doccia nudi insieme, “per non categorizzare” chi non si riconosce come maschio o femmina.

Un esperimento “educativo” che ha lasciato traumi profondi: adolescenti umiliati, disorientati e sconvolti.

Secondo le denunce dei genitori, gli animatori imponevano camere e bagni misti, docce obbligatorie senza costume, e addirittura giochi degradanti — come succhiare l’alluce di un educatore per ottenere la merenda.

Tutto questo mentre ai ragazzi era vietato contattare le famiglie, anche in caso di malattia o infortunio. Molti, una volta tornati a casa, hanno avuto bisogno di sostegno psicologico per superare lo shock.

Chi si ribellava veniva accusato di essere “arretrato” o “transfobico”. Tutto in nome della “coeducazione”, dell’“inclusività” e dei cosiddetti “valori transfemministi”.

Davanti a episodi come questo non possiamo più restare a guardare. Dobbiamo agire!

Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione “Proteggiamo i nostri figli dall’indottrinamento ideologico!”, promossa da Generazione Voglio Vivere.

Un’iniziativa concreta per dire “BASTA” a chi vuole confondere e manipolare la mente dei nostri bambini in nome di un’ideologia distruttiva.

E per dare ancora più forza a questa battaglia, ti invitiamo anche a sostenere con una donazione la nostra vasta campagna di sensibilizzazione online, tramite Facebook.

Solo grazie al contributo di tante persone come te possiamo raggiungere sempre più famiglie, informare, denunciare e mobilitare l’opinione pubblica contro questi abusi travestiti da “educazione”.

Ogni piccolo gesto conta per proteggere i nostri figli!

Un’altra testimonianza rivela l’inimmaginabile. 

Una giovane, dopo aver subito una molestia da parte di un coetaneo, è stata costretta a farsi la doccia nuda accanto al suo aggressore, con la giustificazione che “bisognava superare i tabù di genere”.

Le indagini della polizia basca (Ertzaintza) e del tribunale di Vitoria-Gasteiz sono ancora in corso, ma emergono particolari sempre più inquietanti: episodi simili si sarebbero già verificati negli anni passati, e tre minori in affido avevano denunciato aggressioni sessuali già nel gennaio 2024.

Una giornalista spagnola ha fatto esplodere lo scandalo, rivelando che questi campi estivi erano finanziati con fondi pubblici e tollerati dalle istituzioni.

E mentre le famiglie chiedono giustizia, gli organizzatori si difendono parlando di “spazi sicuri per tutte le identità”.

Sicuri? Forse per chi impone l’ideologia, non per i minori che l’hanno subita.

Ciò che è accaduto in Spagna potrebbe accadere anche in Italia, se non apriamo gli occhi ora.

Già oggi nelle nostre scuole e nei progetti educativi si diffondono teorie sulla “fluidità di genere” e sull’identità “non binaria”, spesso all’insaputa dei genitori. 

Si cerca di smontare il senso naturale dell’identità, di separare i figli dai valori delle loro famiglie, di far credere che il maschio e la femmina siano solo etichette da cambiare a piacimento.

Ma quando un’ideologia arriva a spingere adulti a imporre la nudità e la confusione sessuale a minori, non si tratta più di educazione, bensì di abuso travestito da libertà.

E se non reagiamo oggi, domani sarà troppo tardi!

Ogni genitore ha il diritto di sapere, ogni bambino ha il diritto di essere protetto. Facciamoci sentire, adesso!

 

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