Roccella, l’aborto più che un diritto è una via di fuga!

Roccella, l’aborto più che un diritto è una via di fuga!

Il 20 gennaio il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella è stato ospite della trasmissione condotta da Serena Bortone: Oggi è un altro giorno.

L’intervista è stata l’occasione per parlare del suo ultimo libro, Una famiglia radicale (Rubbettino, 2023), nel quale il ministro Roccella parla della sua vita e soprattutto della sua famiglia.

«È il racconto di un’educazione laica e libertaria, di una famiglia insolita, di un Sessantotto diverso, fatto di digiuni e sit-in, femminismo e nuove libertà» si legge nella quarta di copertina.

Ciò che ha destato più attenzione, però, è quanto il ministro ha affermato quando la conduttrice le ha chiesto se l’aborto facesse parte di una delle libertà delle donne.

«Purtroppo si, purtroppo si; non è una bella cosa… e non la consideravo una bella cosa neanche quando combattevo per avere una legge» ha osservato il ministro; per poi concludere: «le donne non sono mai felici di abortire».

«Oggi sembra che questo sia il più alto diritto delle donne, questa è una via di fuga ed è certamente qualcosa che assicura la libertà dalla maternità non voluta, l’ultima scappatoia dalla maternità non voluta».

Queste parole sono state subito riprese da alcune testate giornalistiche, per mettere all’indice le idee del ministro Roccella e per evidenziare l’incompatibilità con il ruolo che ella riveste, essendo il dicastero della Famiglia competente anche per le Pari opportunità.

Sicuramente Eugenia Roccella non condivide la visione unilaterale che hanno assunto oggi tali termini. Si può parlare realmente di “pari opportunità” soltanto se si hanno in vista gli orizzonti antropologici propri dell’uomo e della donna e se si resta aperti al tema della “complementarità” dei sessi.

«Qualsiasi cosa violi la complementarietà della donna e dell’uomo, qualsiasi cosa impedisca la reale comunione di persone secondo la complementarietà dei sessi offende sia la dignità della donna che dell’uomo», ricordava Giovanni Paolo II. (Ad un gruppo di vescovi degli Stati Uniti d'America in visita «ad limina Apostolorum» (2 settembre 1988) | Giovanni Paolo II (vatican.va)).

Il ministro Roccella lungo l’intervista racconta della sua infanzia vissuta in Sicilia con la zia e con i nonni, e delle figure dei genitori sostanzialmente assenti per larghi tratti della sua giovinezza. In particolare, sottolinea, loro rifiutavano i ruoli di padre e di madre.

Ricordiamo che il padre Franco Roccella, giornalista, contribuì a fondare il Partito Radicale, mentre la madre Wanda Raheli era una pittrice impegnata nel movimento femminista.

Queste esperienze fecero presa sulla giovane figlia, anch’ella attivamente impegnata nelle lotte femministe, ma contribuirono anche ad interrogarla sui ruoli e sulle necessità inscritte nelle figure di un padre e di una madre.

Il ricordo della propria famiglia e le battaglie condotte fin da ragazza, le permettono dunque con serenità di dare una valutazione della cultura libertaria – figlia della Rivoluzione del ’68 – nella quale ella si formò:

«Le aperture alle libertà non sono state accompagnate nel corso della storia del mondo occidentale, da un’assunzione di responsabilità. Con la libertà doveva crescere anche il senso di responsabilità».

Poggia fondamentalmente su questo punto il fatto di non considerare il diritto all’aborto da parte della donna una conquista, ma, semmai, l’ultima scappatoia per fuggire dalla maternità non voluta.

Noi crediamo che nelle parole del ministro per la Famiglia vi sia grande buon senso.

Vorremmo ringraziarla di cuore per aver condiviso le sue esperienze familiari. Senza dubbio contribuiscono ad arricchire la battaglia in favore della salvaguardia del ruolo della famiglia e a gettare nuova luce sull’importanza di assumersi le proprie responsabilità.

Siamo inoltre convinti che aver ricordato che l’aborto sia un male da sradicare e che la prima ad uscire distrutta da una simile esperienza sia proprio la donna, sia qualcosa da rimarcare sempre!

Poiché contribuisce a illuminare le coscienze e ad acuminare gli sguardi sulla perenne validità e bellezza della realtà naturale della maternità, privilegio insostituibile di ogni donna.

Se credi anche tu che oggi sia necessario affermare e ribadire costantemente queste verità, ti invitiamo ad impegnarti in prima persona e a sostenerci per difendere la bellezza della maternità e della vita.


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