Salute mentale compromessa dopo ogni aborto!
Lo rivelano gli esperti.
Abortire comporta seri problemi anche per la salute mentale della madre!
Un nuovo studio, condotto in Danimarca dal dottor David Reardon dell’Elliot Institute e pubblicato sulla rivista Issues in Law & Medicine, lo conferma.
Un anno dopo l’aborto, le donne hanno il 50% di probabilità in più di ricevere un trattamento psichiatrico iniziale e l’87% in più di soffrire di disturbi della personalità e del comportamento.
Vivono una sorta di lutto prolungato, provano sensi di colpa, provocano o esacerbano problemi già presenti, fanno abuso di farmaci o di sostanze.
Certo, la maggior parte di loro è dotata di «meccanismi di soppressione tali da riuscire a non pensare all’aborto subìto per molti mesi, in alcuni casi anche per anni», rivela il dottor Reardon.
Tuttavia, terminato l’effetto di tali meccanismi, si manifestano gli aspetti negativi, spesso in concomitanza con eventi critici, come l’anniversario dell’aborto oppure la nascita di un altro figlio.
Quindi l’aborto, anche quando praticato “consapevolmente”, non è “solo” letale per il figlio in grembo, bensì rappresenta un pericolo anche per la madre.
Ma quante donne lo sanno? Quante ne sono al corrente? Pochissime…
Crediamo sia un nostro dovere porle di fronte alle loro precise responsabilità per una scelta tanto grave. Devono essere consapevoli di ciò che le aspetta.
Per questo intendiamo incrementare la nostra campagna d’informazione tramite Facebook, uno strumento veloce, sicuro ed efficace. Promuoverla, però, ha un costo.
Per raggiungere i 28 milioni di iscritti in Italia, occorre investire una cifra importante: circa 560 mila euro. Troppi per noi!
Ma, se uniamo le nostre forze, riusciremo a raggiungerli, se non tutti, almeno la gran parte.
Aiutaci! La battaglia per la Vita è sacrosanta per noi cattolici.
«Non uccidere» ci dice Nostro Signore nel quinto Comandamento.
E poi, ha specificato la Congregazione per la Dottrina della Fede nell’Istruzione Donum vitæ:
«Nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente».
Ed il proprio figlio ancora in grembo è precisamente «un essere umano innocente».
Poiché, ricordiamo, «chi sparge il sangue dell’uomo dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l’uomo» (Gn 9, 6).
Ed allora ecco, per chi abortisce, un fattore di rischio di parto pretermine pari al 35% in una futura gravidanza e pari addirittura al 90% dopo due aborti.
A confermarlo è l’Associazione americana degli Ostetrici e Ginecologi pro-life.
Dal 1993 al 2018 ben 50 dei 75 studi ovvero i due terzi hanno dimostrato una correlazione tra aborto ed esiti negativi sulla salute mentale della donna.
L’aborto aumenta significativamente il rischio di depressione, ansia, abusi di sostanze e comportamenti suicidi rispetto alle donne, che scelgono di portare a termine una gravidanza pur indesiderata.
Uno studio finlandese ha rivelato un tasso di suicidi addirittura 7 volte superiore dopo un aborto rispetto a chi ha partorito.
Allora, non possiamo restare in silenzio di fronte a questi dati.
È nostro dovere salvare la vita di ogni bambino e, con questo, salvare anche sua madre dalle conseguenze del suo atroce gesto, conseguenze che patirebbe poi come una condanna per l’intera sua esistenza.
Aiutaci anche tu ad ampliare la nostra vasta campagna di informazione e di sensibilizzazione!
Ne varrà la pena, se anche solo riuscissimo a salvare una creatura e la donna che l’ha generata dalle terribili conseguenze dell’aborto.
«Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40).
Coraggio! Uniti, ce la faremo!