Sfatiamo i falsi miti e usiamo la logica

Sfatiamo i falsi miti e usiamo la logica

Sfatiamo qualche mito e iniziamo a ragionare.

In queste ore l’opinione pubblica degli Stati Uniti d’America si sta accalorando sul caso della donna trentunenne texana Kate Cox.

La donna, già madre di due bambini piccoli, è incinta del terzo che però è affetto da trisomia 18. Da alcuni medici le è stato consigliato di abortire, poiché la sindrome di cui è affetto il feto porterà quest’ultimo, nel 95% dei casi, alla morte nel grembo della madre. Viceversa, se dovesse riuscire a vedere la luce, è molto probabile che presenterà gravi malformazioni.

Infine, il parto mette a rischio la possibilità di Cox di avere altri figli.

Il “grande problema” (così viene definito dalla totalità delle tv e dei giornali) è che questa vicenda si svolge in Texas, dove è in vigore una delle leggi più restrittive sull’aborto (è vietato dopo le sei settimane, ossia una volta riscontrata la presenza di “attività cardiaca”). Per chi lo pratica sono infatti previste pene durissime.

Il tribunale di prima istanza ha riscontrato la presenza delle eccezioni mosse dalla donna, confermando l’aborto. Decisione, però, che è stata respinta dal tribunale d’appello, ossia dalla Corte suprema del Texas.

Quest’ultima, infatti, si è riservata di prendersi del tempo per chiarire i limiti delle eccezioni mediche ai divieti di aborto dello Stato.

La donna, nel frattempo, ha lasciato il Texas per abortire in un altro Stato.

Questa è la notizia riferitaci dai giornali e dai media televisivi.

Proviamo adesso ad inserire altri elementi e a sviluppare qualche riflessione.

Intanto è evidente come questa sia la vera battaglia su cui punteranno i Democratici per vincere la campagna elettorale e ottenere la riconferma presidenziale.

Ma quello che è assolutamente opportuno ricordare sono i numeri, perché altrimenti si rischia di perdere di vista l’argomento di cui si sta parlando.

Lo sai il numero di aborti che veniva praticato in Texas nel 2020, ossia prima che venisse introdotta la legge restrittiva?

- 50.000.

Vuoi sapere, invece, il numero di aborti che è stato effettuato quest’anno?

- 34.

Dati

Sì, proprio così, il rapporto è di 50.000 a 34. Come puoi leggere anche tu nel trafiletto che trovi qui sopra, ritagliato da un articolo del New York Times, che allega anche il link che rimanda ai dati statistici.

Potremmo fermarci qui. E lo sai perché? Perché il comune buon senso ha sempre ritenuto normale che l’eccezione confermi la regola.

Soprattutto quando si è in presenza di un ordine di grandi numeri, come quello che abbiamo appena visto.

Ci spieghiamo meglio: la Corte ha motivato la sua decisione di sospendere temporaneamente la decisione del tribunale di prima istanza, al fine di verificare casi simili e chiarire il ventaglio di eccezioni che possono essere ammesse.

Eccezioni nelle quali sono in gioco dei beni che si chiamano vite umane. Nello specifico, quella del feto e della madre.

Per cui, pur comprendendo le difficoltà e i timori nel caso specifico (per cui abbiamo grandissimo rispetto), ci corre tuttavia l’obbligo di inserire questo caso all’interno di un ventaglio più ampio.

E il risultato è di 50.000 aborti prima e di 34 quest’anno. Ecco tutto.

La follia logica su cui investono i progressisti è quella, come sempre, di ingigantire il caso singolo, specifico per legittimare una modifica della legge che torni a consentire la soppressione di 50.000 vite innocenti.

Questo gioco al massacro va smascherato chiaramente e denunciato.

Le persone savie di mente, al contrario, hanno talmente rispetto dei singoli casi che si impegnano a cercare soluzioni nel più breve tempo possibile, facendo in modo che i diritti alla salute dei cittadini siano rispettati e salvaguardati.

Ma, ripetiamo, non si può innalzare un caso (ma anche dieci) a emblema di ingiustizia, perché si farebbe torto al proprio intelletto e al semplice buon senso, che ci fa scontrare con una realtà che ci presenta davanti gli occhi la mancata soppressione di 49.966 innocenti nel grembo delle proprie madri!

Naturalmente è una semplificazione la nostra, ma è per aiutare a comprendere la situazione attuale e l’illogicità di certe bolle mediatiche.

La contemporaneità è dominata dal fenomeno del tam-tam mediatico che rimbalza notizie da un media ad un altro alla velocità della luce.

Senza approfondire, analizzare, studiare i dati e metterli a confronto in una prospettiva più ampia.

Conta solo il like, la reazione istintiva, l’ideologia…

Ma non si possono affrontare temi così delicati in questo modo. Sarebbe pura follia… e infatti assistiamo quotidianamente ai corti circuiti del nostro tempo.

Ecco perché si fa più pressante l’esigenza nostra di contrastare questo modo di vedere le cose. Noi, insieme, dobbiamo fornire una contro-informazione e mobilitarci attivamente per aiutare a comprendere i mali del nostro tempo.

E l’aborto è sicuramente il più grande tra quelli presenti, perché uccide vite.

Non possiamo fare a meno di denunciare ciò che accade sotto i nostri occhi. Siamo chiamati ad essere cittadini attivi e non meri spettatori, come ahimè è stato fatto per molti anni.

Cosa aspetti allora? Aiutaci a cambiare il modo di leggere la realtà.

Battiti al nostro fianco per la vita.


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