
STOP all’educazione imposta: il Parlamento accelera sul ddl per il consenso informato
Con profonda soddisfazione e speranza, accogliamo la netta accelerazione impressa all’iter del disegno di legge sul consenso informato nelle scuole.
Dopo anni di progetti scolastici imposti senza alcuna trasparenza, finalmente si afferma un principio fondamentale: i genitori hanno il diritto di sapere e autorizzare i contenuti proposti ai propri figli, soprattutto su temi delicatissimi come sessualità.
Questa legge non vieta nulla, ma garantisce che le famiglie siano informate e coinvolte, perché – come ricorda l’articolo 30 della Costituzione – “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”.
A che punto è il disegno di legge?
Attualmente il provvedimento è all’esame della Commissione Cultura della Camera, dove sono in discussione tre testi distinti ma convergenti:
- il ddl Valditara, che si concentra sull’educazione sessuale;
- il ddl Sasso, che estende il consenso anche all’educazione affettiva;
- una proposta di Fratelli d’Italia, che amplia ulteriormente l’ambito includendo le “materie etiche”.
Le audizioni di esperti, associazioni e rappresentanti scolastici sono già in corso, con l’obiettivo di favorire un confronto ampio e strutturato.
E contrariamente a quanto affermano alcune opposizioni, il percorso parlamentare è stato regolare, trasparente e aperto al contributo di tutti.
Come sottolinea il relatore Rossano Sasso: “Federico Mollicone ha dato più di una settimana di tempo alle opposizioni per presentare emendamenti. Nelle ultime settimane si sono svolte decine di audizioni. Altro che blitz”.
Una legge necessaria per fermare l’abuso ideologico
Questa legge nasce da un’esigenza concreta: porre un argine al dilagare di iniziative scolastiche con contenuti ideologici, spesso promossi senza alcuna consultazione con le famiglie.
Chi contesta questa norma parla di “blitz” e “censura”.
Ma in realtà – come spiega Rossano Sasso – “mentono sapendo di mentire, perché il provvedimento non vieta nulla, ma chiede il consenso informato delle famiglie. Lasciamo ai bambini il diritto di essere bambini”.
Il vero obiettivo, dunque, non è limitare, ma proteggere.
Proteggere i minori da contenuti inappropriati, proteggere la scuola da derive ideologiche, e soprattutto proteggere il diritto dei genitori a educare i propri figli secondo i propri valori.
Non è un caso che siano proprio le famiglie a chiedere a gran voce questa riforma.
Come si legge in una dichiarazione collettiva: “Speriamo che questa celerità sia mantenuta e che in fase emendativa il testo possa essere ulteriormente rafforzato a difesa della libertà educativa dei genitori”.
La scuola non è un laboratorio ideologico
Chi si oppone al consenso informato, in fondo, non vuole che i genitori sappiano.
E in certi casi, le opposizioni arrivano persino a mettere in dubbio la capacità dei genitori stessi di educare i propri figli: durante le audizioni, alcuni parlamentari hanno affermato che sarebbe “meglio affidare l’educazione ad esperti esterni”, insinuando che le famiglie italiane non siano all’altezza di questo compito.
Un’offesa inaccettabile per milioni di madri e padri.
Sasso ha risposto senza mezzi termini: “Se qualcuno vuole continuare a far tenere corsi con drag queen, trans e attivisti LGBT di sinistra a dei bambini, lo faccia a casa propria, non a scuola con figli altrui”.
Ora avanti con determinazione!
Il Parlamento ha l’occasione e la responsabilità di restituire alla scuola la sua missione formativa – non ideologica – e alle famiglie il ruolo che la Costituzione affida loro.
Se condividi l’urgenza di questa battaglia e vuoi dare voce al diritto dei genitori di essere parte attiva nell’educazione scolastica dei propri figli, firma subito la petizione “Proteggiamo i nostri figli dall’indottrinamento ideologico!”, promossa da Generazione Voglio Vivere.
La tua firma può fare la differenza per affermare un principio chiaro: la scuola deve educare, non rieducare!
Portare questa verità davanti agli occhi dell’Italia intera richiede però una campagna di comunicazione capillare, continua e visibile, soprattutto sui social, dove il dibattito è spesso dominato da chi vuole zittire le voci libere.
Per questo, vogliamo investire importanti risorse per sensibilizzare migliaia di famiglie tramite Facebook. Ma per farlo, abbiamo assolutamente bisogno del tuo aiuto!
Difendere i nostri figli è un dovere! O agiamo adesso, o li consegniamo all’ideologia.