Trans: maggiori disagi psichici e tentativi di suicidio

Trans: maggiori disagi psichici e tentativi di suicidio

Secondo un recente studio, l’81% degli adulti transgender ha valutato l’ipotesi di suicidarsi, rispetto al 35% degli eterosessuali.

A dirlo è un report del Williams Institute della UCLA School of Law della California.

Stando a quanto riporta lo studio, il 42% degli adulti trans ha tentato il suicidio rispetto all’11% degli adulti eterosessuali, mentre il 56% dei trans ha praticato autolesionismo rispetto al 12% degli eterosessuali.

Ma i dati significativi non finiscono qui, poiché secondo il report i transessuali hanno una maggiore probabilità di sperimentare problemi mentali.

L’82% degli adulti trans ha ammesso di aver cercato un trattamento per la salute mentale, a fronte del 47% degli adulti eterosessuali.

Ma ad avere ancor più problemi sono i cosiddetti “trans non binari”, ossia coloro che non si auto percepiscono nel binarismo di genere (maschile o femminile), non sentendosi né maschi né femmine.

Ebbene, il 45% di loro risulta essere a rischio alcolismo, mentre il 42% riferisce di fare uso problematico di droghe.

Rispetto a coloro che sono “approdati” ad un genere, quest’ultimi presentano ancora più problematiche per ciò che concerne: disagi psicologici, tentativi di suicidio, autolesionismo, malattie mentali ecc.

Ilan H. Meyer, uno degli autori dello studio, imputa tali difficoltà principalmente alla mancanza di riconoscimento sociale ed alla mancanza di accettazione delle identità di genere al di fuori del binarismo uomo/donna.

Giudizio che non mi trova d’accordo, evidentemente.

La realtà ci mostra chiaramente un’altra verità: ovvero, quando si prova ad “emanciparsi” dalla propria natura, intesa come retta disposizione delle cose secondo il fine, “autocostruendosi” a proprio piacimento, è ovvio che qualcosa rischi di non funzionare.

E ciò è dimostrato ancor più dai dati che analizzano le problematiche dei cosiddetti “transessuali non binari”, ossia coloro che tentano di vivere in un limbo sessuale “neutro” (né maschile né femminile), con tutte le ricadute e i traumi psicologici che tale situazione comporta.

E se in tempi “normali”, dover ricordare ciò che dirò sarebbe risultato persino superfluo, oggi è necessario invece ribadire continuamente che:

«Dal sesso (…) la persona umana deriva le caratteristiche che, sul piano biologico, psicologico e spirituale, la fanno uomo o donna, condizionando così grandemente l’iter del suo sviluppo verso la maturità e il suo inserimento nella società» (Congregazione per l’Educazione cattolica, Orientamenti educativi per l’amore umano, 4).

Come ben sai, il buon senso ci parla la lingua della ragione e non quella dell’ideologia, che illude l’uomo presentandogli una realtà distorta, che non esiste.

Se l’uomo “scommette” sull’ideologia e non sulla realtà andrà incontro a gravissime problematiche.

I dati presentati nello studio ci confermano ciò che noi di Generazione Voglio Vivere diciamo da sempre.

E la cosa non ci fa di certo piacere, perché proviamo un senso reale e sincero di compassione cristiana nei confronti di queste persone.

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