Una siringa per non farla “soffrire”

Una siringa per non farla “soffrire”

Leggi questa dichiarazione:

“Il medico ha iniettato il contenuto della siringa, lei ha esalato 4/5 respiri e poi più nulla. Il dottore si è avvicinato e le ha fatto una carezza”.

Questo è quanto ha dichiarato al p.m. A.C., un uomo di 53 anni, che nel febbraio scorso si trovava al capezzale di sua moglie, ricoverata presso l’ospedale Idi di Roma.

Alla donna, malata terminale per un tumore al colon, restavano poche ore di vita.

A mezzanotte circa del 13 febbraio, il marito chiede ragione al medico di guardia del perché la moglie si lamentasse, nonostante la sedazione effettuata poco prima.

A quel punto, a detta del marito, pare che il medico sia rientrato nella stanza armato di una siringa e le abbia iniettato una sostanza a base di cloruro di potassio.

Un’iniezione letale, dunque, denunciata dallo stesso medico nella cartella clinica, e che ha portato all’avvio di un’inchiesta dove i due (il medico e il marito della donna) potrebbero essere incriminati con l’accusa di omicidio volontario, come riporta il Corriere della Sera.

Perché anche il marito? Perché secondo la Procura che ne ha disposto il rinvio a giudizio, l’uomo avrebbe chiesto al medico di porre fine alle sofferenze della moglie.

L’uomo nega decisamente una ipotesi simile, asserendo che porre fine alle sofferenze della donna non significava aver manifestato la volontà di porre fine alla vita di sua moglie.

Vedi, al di là di come andrà a finire questa vicenda, c’è qualcosa che a me fa rabbrividire.

Ti riportiamo la descrizione che fa l’uomo degli ultimi istanti di sua moglie.

“Ha iniettato (il medico ndr) il contenuto della siringa nella flebo e mia moglie ha esalato quattro, cinque respiri ed è morta.

“Il dottore e le infermiere si sono fatti il segno della croce e il medico mi ha fatto le condoglianze. Ricordo anche che si è avvicinato a mia moglie e le ha fatto una carezza sui capelli”.

Se tutto ciò fosse confermato, oltre alla tragedia si aggiungerebbe un’ipocrisia gigantesca di cui molto probabilmente non ci si rende minimamente conto.

È da giorni che denunciamo questa folle logica legata ad una presunta “eutanasia umanitaria”, come è stata definita dallo stesso papa Francesco.

L’eutanasia e il suicidio “medicalmente” assistito non aiutano il malato, non lo liberano dal dolore: lo uccidono!

L’UCCISIONE di una persona non è mai un SOLLIEVO, una forma di LENIMENTO DEL DOLORE, ma è un bieco e brutale OMICIDIO.

Questa verità bisogna gridarla ai quattro venti con tutto il fiato che si ha in corpo!

Non vogliamo crederci, ma temiamo che situazioni come quella al vaglio degli inquirenti, stiano prendendo sempre più piede anche in Italia, magari in silenzio, all’oscuro da occhi e voci indiscrete.

E tutto ciò anche e soprattutto a causa di questa presunta visione umanitaria, umanista dell’eutanasia, secondo cui essa LIBEREREBBE gli uomini da ogni sofferenza.

Una follia assoluta che grida vendetta!

E che descrive bene il baratro sociale in cui siamo caduti.

Su questo tema, vedrai, ci sarà da tribolare.

È per questo che noi dobbiamo essere pronti e non farci trovare impreparati.

Noi, se lo vorrai, allerteremo le istituzioni e le forze politiche governative più sensibili, per vigilare e impedire che anche in Italia prenda piede questa “moda” di morte.

Non dobbiamo permetterlo in alcuna maniera!

Con te al nostro fianco, vedrai che non ci faremo intimidire.


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