Vince la vita, ma nessuno lo sa… Basta bavagli all’informazione libera!
E' uno scandalo! La battaglia per la vita si combatte ad armi impari.
Massima risonanza viene data sui grandi media alle notizie pro-aborto, silenzio di tomba (è il caso di dirlo), invece, per quelle pro-life.
Esiste una sorta di bavaglio, un silenzio complice, che viene imposto nei confronti di un’informazione libera solo a parole.
Le buone notizie, in questo periodo, non sono mancate e tali da infervorare i paladini della vita. Ma nessuno le conosce, dunque è come se non esistessero…
Vuoi sapere cosa è successo e non ci hanno raccontato?
Il Parlamento slovacco lo scorso 5 novembre ha bocciato l’inclusione dell’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Nonostante le pressioni esercitate dall’Europarlamento e dalle Nazioni Unite, ha prevalso il buon senso ed in aula è stata approvata una risoluzione, che ha cancellato le pretese filo-abortiste.
Ciò ha un’importanza cruciale, decisiva, storica, poiché solo l’appoggio di tutti e 27 gli Stati membri dell’Ue consentirebbe di includere l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali.
E questo appoggio già ora, grazie alla Repubblica slovacca, non c’è. L’unanimità sognata dalle Sinistre, dai Radicali e da molti, troppi centristi è svanita, si è frantumata.
Al voto slovacco poi dovrebbero aggiungersi il veto dei Paesi tradizionalmente pro-life, come Malta e la Polonia, nonostante il suo governo di matrice progressista.
Tutto questo fa ritenere, almeno per il momento, scongiurato il pericolo: l’Europa non includerà l’aborto tra i propri “diritti fondamentali”. Non è una vittoria da poco.
Per questo la notizia è stata cancellata sui giornali, nei telegiornali, dalle agenzie. Tutti tacciono e nessuno esulta. Nemmeno gli ambienti pro-life. Ma solo perché sono stati tenuti all’oscuro di tutto.
Lo scorso aprile il Parlamento europeo votò una risoluzione favorevole all’inclusione dell’aborto nella propria Carta dei diritti fondamentali.
Ma si trattò di un voto assolutamente simbolico, privo di qualsiasi valore, non vincolante, quindi del tutto ideologico ed inutile.
Ad esprimere parere favorevole furono soprattutto – ça va sans dire - i deputati di Sinistra, specie di quella più radicale, e parte dei centristi.
Sapevano che la loro risoluzione non avrebbe avuto alcun valore, ma la misero comunque ai voti, perché servisse da monito, facesse pressione psicologica, esercitasse una vergognosa ingerenza.
Ma adesso che, grazie al Parlamento slovacco, ha vinto la vita, tutti in silenzio!
Se le cose fossero andate diversamente, se i filo-abortisti avessero trionfato, sicuramente li avremmo sentiti cantar vittoria, strombazzarlo ai quattro venti. Invece no.
Questa è una grossa responsabilità, che hanno i grandi media, evidentemente schierati con una sola delle fazioni in campo, anziché essere neutri ed imparziali. Così la lotta è impari.
Il che rende urgente che siamo noi a svolgere quest’importante opera d’informazione, anche come incoraggiamento per i pro-life di tutta Europa.
Per questo è necessario lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione sfruttando Facebook, un metodo sicuro, veloce ed efficace. Ma ha un costo. E da soli non ce la facciamo a sostenerlo.
Se però ci aiuti, tutti insieme possiamo farcela! Se doni 50 €, ci consenti di raggiungere 10.000 contatti; se doni 25 €,
possiamo raggiungerne 5.000; anche solo con 10 €, possiamo raggiungerne 1.000.
È molto importante far sapere quello che gli abortisti vorrebbero mettere a tacere, far sapere che c’è chi all’aborto dice “no”, far sapere che c’è chi non si rassegna ad una cultura di morte!
È urgente spezzare il clima di pericolosa omertà, che i mezzi di comunicazione di massa hanno ideologicamente imposto su tutte le notizie pro-life.
Serve una riprova? Eccola! La Corte Suprema degli Stati Uniti nei giorni scorsi ha chiesto di dichiarare incostituzionali le “zone di esclusione” attorno alle cliniche abortiste.
Ha accolto così una petizione promossa da un’organizzazione pro-life di St. Louis, nel Missouri.
La legge finora vietava di pregare ed offrire consulenza alle donne davanti a tali strutture sanitarie. Bene, quella norma ora è stata abrogata. Ma nessuno ne sa niente.
Il motivo è molto semplice. Dirlo porrebbe, ad esempio, in imbarazzo le autorità del Regno Unito, che hanno imposto lo stesso, disumano veto, proibendo di pregare per la vita in casa propria!
Dirlo significherebbe scoraggiare altri abortisti dal pretendere altrettanto in altri Paesi. Ed allora meglio tacere, non comunicare questa notizia.
Diciamo “basta” a questi silenzi complici, “basta” bavagli all’informazione libera! Questa, oltre ad essere una battaglia per la vita, è una battaglia per la civiltà!
Combattiamo contro chi vuole tenerci all’oscuro di tutto, contro le notizie che giungono “a singhiozzo”, tacendo quelle pro-life ed urlando quelle pro-aborto.
Aiutaci nel promuovere una campagna di vera informazione.
Se ci dai una mano, possiamo farcela!